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Cronaca

Doppio lutto per gli arbitri del Fvg: addio Tino Liva e Giacomo Tamburin

Un doppio lutto ha colpito la classe arbitrale italiana. Negli ultimi giorni, sono venuti a mancare due colonne del movimento regionale: Sante Rinaldo “Tino” Liva e Giacomo Tamburin, appartenenti rispettivamente alle Sezioni di Maniago e Trieste.

È un lutto profondo quello che ha colpito il mondo arbitrale del Friuli Venezia Giulia. Negli ultimi giorni, sono venuti a mancare due colonne del movimento regionale: Sante Rinaldo “Tino” Liva e Giacomo Tamburin, appartenenti rispettivamente alle Sezioni di Maniago e Trieste. Entrambi dirigenti che hanno lasciato un segnale indelebile nel corso dei loro lunghi anni di carriera e che oggi vengono ricordati come veri e propri maestri da chi ha avuto modo di incontrarli. Sia a livello sezionale che regionale, nonché nazionale in alcuni casi.

Liva, 70 anni, si è spento martedì in ospedale a Pordenone, dopo che le sue condizioni fisiche sono improvvisamente precipitate. Era entrato nell’AIA nel 1974 e, a soli 24 anni, era stato tra i primi a far parte della neocostituita sezione di Maniago. Vestì i panni del presidente di sezione tra il 2000 e 2008, dopo essere stato vice dal ’94 al ’97. L’AIA era la sua seconda famiglia, rapporto rimasto indelebile anche nell’ultimo anno che ha visto lo stop alla maggior parte delle attività sezionali in presenza. Era stato anche osservatore di calcio a 5, passando nel 2013 in pianta stabile all’organo tecnico sezionale.

Giacomo Tamburin si è invece spento domenica, a 87 anni. Aveva iniziato il suo percorso nel 1955, raggiungendo ben presto le categorie regionali, fino al suo apice. Tra le memorie storiche dell’associazione giuliana, fu consigliere e quindi vicepresidente sezionale, dal 1978 al 1986. “Era una persona riservata - ricorda il presidente della Sezione di Trieste, Rossano Cascella -. Fu lui ad accogliermi nel corso arbitri nel lontano 1983, un’esperienza speciale in quanto penso sia stato il corso più numeroso di aspiranti arbitri, ben 42”. Nel 2015, fu insignito anche del “Premio Mocarini” dall’allora presidente nazionale Marcello Nicchi.

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