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Cronaca

Caso del 26enne trovato morto in casa, la svolta attesa dai risultati dell'autopsia

La perizia è stata effettuata. Secondo gli avvocati Monica Di Maria e Alberto Tarlao ci sarebbe la responsabilità di terzi. Non si conosce ancora quando verranno resi noti gli esiti

Secondo gli avvocati Monica Di Maria e Alberto Tarlao la responsabilità della morte di Federico, il 26enne trovato morto nella sua stanza la scorsa settimana, sarebbe da attribuire a terzi, vale a dire come conseguenza di un altro delitto. La Procura di Trieste ha aperto un fascicolo e nei giorni scorsi è stato disposto ed effettuato l'esame autoptico sul corpo del giovane. Per l'esito dell'autopsia non risulta esservi ancora una data. In merito alla responsabilità di terzi i due avvocati non hanno dubbi, ma riferiscono che il caso potrebbe arrivare ad una svolta risolutiva, al di là delle indagini della Squadra Mobile della questura di Trieste che si concentrano sulla provenienza del metadone, soprattutto in virtù degli esiti della perizia. 

I commenti ignobili sui social

Nei giorni scorsi la famiglia di Federico aveva indirizzato a TriestePrima e a Il Piccolo una lettera aperta in cui difendeva la vita del giovane. "Era sensibile, aveva avuto qualche difficoltà nel passato ma era una persona onesta". Segnato da un lutto famigliare significativo, il 26enne triestino (che aveva frequentato la scuola alberghiera, diplomandosi come cuoco) aveva da poco trovato un lavoro in una nota catena del centro. "Avrebbe dovuto cominciare il nuovo lavoro proprio questa settimana, sarebbe stato un nuovo inizio. Inammissibile giudicare in questa maniera la vita di una persona e di una famiglia" ha commentato l'avvocato Di Maria. Poi, nella vita recente di Federico qualcosa s'inceppa. Le indagini e gli avvocati vogliono far luce sulla vicenda.

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