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Morte sul lavoro

Morto sul lavoro, il Clpt: "Ennesima tragedia annunciata"

I lavoratori portuali: "Dopo ogni morto l’unica cosa che sanno fare è fare una nuova carta che poi non verrà applicata"

Riceviamo a pubblichiamo integralmente il comunicato del Clpt sulla morte dell'operaio Daniele Zacchetti

Non gliene interessa nulla, dopo ogni morto l’unica cosa che sanno fare è fare una nuova carta che poi non verrà applicata. Questi i commenti dei lavoratori portuali alla notizia della morte in Porto Vecchio dell’operaio Daniele Zacchetti, schiacciato da una gru. E’ difficile dargli torto. Perché c’è voluto un nuovo incidente, per fortuna senza conseguenze gravi, perché l’Autorità Portuale si decidesse ad adeguare l’ordinanza emessa all’epoca della morte del guardiafuochi Bassin e mai applicata. E anche la nuova ordinanza non sembra abbia fatto una fine migliore.

Perché è da almeno un anno che chiediamo all’Autorità Portuale di utilizzare i dati raccolti dall’ufficio avviamenti ed i rapporti del nucleo ispettivo per imporre il rispetto delle norme sulla sicurezza e la salute sul lavoro alle aziende inadempienti. Con risultato, a quanto ci è dato sapere, nullo. Scandaloso poi il fatto che oggi, dopo la morte del povero Zacchetti – ai cui compagni di lavoro e alla cui famiglia va tutta la solidarietà del CLPT – sia stato permesso di entrare nell’area dell’incidente al presidente di ALPT (a che titolo?), ma si sia impedita l’entrata ad un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza di Sito.

Non possiamo che constatare che se le autorità competenti avessero dedicato solo una parte dell’impegno che stanno mettendo nel vendicarsi sui lavoratori che hanno scioperato il 15 ottobre e nei giorni seguenti a fare quello che gli spetta – far rispettare le regole, anche quelle sulla sicurezza – forse Daniele Zacchetti sarebbe ancora vivo. Ma forse hanno proprio ragione i portuali. Di quelli come Daniele a certi signori pare non gli interessi proprio nulla. A noi si, perché è un operaio, come noi. E speriamo che glie ne interessi anche alle autorità – Procura, Asugi, Ispettorato del Lavoro, Carabinieri – a cui abbiamo segnalato la questione dei dati dell’ufficio avviamenti e dei rapporti degli ispettori e alle quali abbiamo richiesto di intervenire per fare quello che altri non vogliono fare per “riguardo” alle aziende.

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