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Cronaca

Da Corbijn agli artisti messicani, al Magazzino 26 pronta la cinquina di Zeropixel

In Porto Vecchio inaugurano cinque mostre per ZeroPixel Festival 2020: dalla personale del noto regista e fotografo olandese Anton Corbijn alla collettiva di artisti messicani

Zeropixel Festival 2020 Musica, il festival dedicato alla fotografia chimica, completa l’apertura al pubblico delle mostre programmate a Trieste, con un intero piano del Magazzino 26 di Porto Vecchio dedicato a ben cinque esposizioni, tra collettive e personali. Le mostre saranno presentate in streaming mercoledì 3 marzo alle 18 sui canali FB e YouTube di Zeropixel Festival e saranno visibili in presenza dal 4 al 26 marzo con i seguenti orari: lunedì 13/17, giovedì e venerdì 17/19.30. Saranno osservati i protocolli anticovid, ma non è necessaria la prenotazione.

"Anton Corbijn, collezione privata”

Fiore all’occhiello di quest’operazione, che usufruirà di una superficie espositiva di ben 930 metri quadri, sarà la personale "Anton Corbijn, collezione privata”, una rara raccolta di opere del fotografo e regista olandese. Corbjin è considerato il fotografo dei più grandi musicisti ed interpreti rock e folk degli anni ’70, ’80 e ’90. Alcune delle sue più note opere fotografiche fanno parte della collezione LipanjePuntin che, Marco Puntin, curatore della mostra, grazie anche alla concessione di altri collezionisti privati, espone per il pubblico al Magazzino 26. Qui saranno presentati ritratti straordinari, momenti di vita di Pete Townsend, Elvis Costello, Brian Ferry, Nick Cave, David Bowie, David Byrne, Bono, Brian Eno, Vanessa Paradis, Joni Mitchell, Tom Jones, Keith Richards, Frank Sinatra e ancora di altre grandi star. Sono fotografie così note che oramai fanno parte dell’immaginario collettivo, alcune anche di grandi dimensioni, realizzate con estrema semplicità compositiva, stile scarno e secco, privo di sovrastrutture e dettagli inutili, ma di grande eleganza ed equilibrio formale.

Le altre esposizioni

Le altre esposizioni ospitate al Magazzino 26 sono: “[n]evermind”, personale di Davide Dionisio, vincitore del primo Premio Sergio Scabar; “Sulla strada del Raga”, personale di Maurizio Frullani, “Hablando en Plata”, collettiva di autori messicani, e “Il palio di San Donato”, personale di Fabio Rinaldi.

“[n]evermind” è la mostra di Davide Dionisio, fotografo vincitore del primo premio Sergio Scabar: la giuria del Premio, composta da Angela Madesani, Michele Smargiassi e Lucia Comuzzi Scabar, l’ha scelto per l’opera “Cutting edge Technology”, che tra tutte le fotografie esposte nella mostra collettiva Eureka dell’edizione 2019 di Zeropixel Festival è stata ritenuta la più vicina all’universo poetico di Sergio Scabar, grande fotografo isontino, unico e inimitabile per visione ed espressione artistica, che è rimasto sempre federe alla fotografia tradizionale. Davide Dionisio in “[n]evermind” propone una pluralità di visioni contemporanee realizzate con tecniche fotografiche antiche. Lavora con grande ispirazione e abilità a tecniche come la stampa ai sali d’argento su carta cotone, utilizza la gomma bicromata, la tempera, il bicromato di potassio, il gesso. Lorella Klun, curatrice della mostra, scrive: “La fotografia di Davide Dionisio ama i tempi sospesi, si vela e si rivela con lentezza, assorbendo la luce fino a raggiungere densità ovattate e umorali pastosità.

“Sulla strada del Raga”, mostra di Maurizio Frullani, propone “un viaggio iniziatico verso l’elevazione estatica e spirituale del Raga” come la curatrice della mostra, Federica Luser, scrive nella sua presentazione. Quello di Maurizio Frullani è un racconto per immagini di liutai, maestri e allievi colti nel loro contesto. Non è un reportage perché la messa in scena è perfetta, la luce calibrata e il rigoroso bianco e nero offre una lettura delle immagini semplice e diretta. Sono gli anni ‘80 , i luoghi sono Bilhai, Nuova Delhi, Kahaifagarth, Calcutta, Santiniketan, Venezia e Ronchi dei Legionari, ma le sonorità sono quelle della massima espressione della musica indiana.

“Hablando en Plata” è una mostra collettiva di nove fotografi messicani di Puebla e di Città del Messico. Arturo Fuentes Franco, Arturo Talavera Negrete, Balam Enrique Ponce, Everardo Rivera, José Loreto Morales, Paulina Gabriela Pasos Pérez, Rafael Galván Montoto, Sergio Javier González Carlos, coordinati da Angela Arziniaga González, propongono la loro peculiare interpretazione visiva di “Musica”, con opere attraverso tecniche fotografiche antiche come la calotipia, l’eliografia, la stampa al carbone su lastra di vetro coperta con foglia d’oro e i viraggi al selenio. La Musica rappresentata in questa mostra racconta di tradizioni, di nostalgia, di silenzio, di intimità e le fotografie esposte parlano della grande tradizione fotografica messicana.

“Palio di San Donato” è un reportage che rappresenta un tradizionale torneo istituito nel periodo del Patriarcato di Aquileia e, che ancora oggi, si tiene annualmente nella città di Cividale del Friuli quando, per l’annuale rievocazione storica in costume, tutta la città ridiventa medioevale. Fabio Rinaldi nell’arco di cinque edizioni ha realizzato un fotoreportage dove, con rigore tecnico e compositivo e accurata stampa ai sali d’argento, coglie le giuste atmosfere, situazioni e personaggi dagli sguardi magnetici, che sembrano usciti dal romanzo “Il nome della Rosa” di Umberto Eco.

Ricordiamo che per ZeroPixel Festival sono aperte e visibili in presenza a Trieste e Ronchi dei Legionari, anche le mostre fotografiche: “MUSICA”, collettiva internazionale,  “La visibilità muta dell’oggetto”, mostra dedicata al Maestro Sergio Scabar, “Un soffio di Luce” di Luigi Tolotti, “Affinché tu possa vedere i colori della Musica”, Underground, “Grandi interpreti prima del concerto” di Arnaldo Grundner.

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