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Cronaca

Movida: musica fino alle 23.30 all'esterno e niente vetro dopo le 00.30

Resta il nodo dell'udibilità criticato dagli esercenti: sanzioni fino a 9 mila euro per chi sgarra. Entrerà in vigore il 15 agosto

Dopo mesi di lavoro, incontri con le parti contrapposte (residenti ed esercenti), il nuovo testo del Regolamento Movida del Comune di Trieste elaborato dall'assessore al Commercio Lorenzo Giorgi e i suoi uffici è giunto in Consiglio comunale dopo due commissioni in cui erano stati snocciolati dubbi e perpplessità. Trentasette erano gli emendamenti proposti dai consiglieri, circa metà da parte della maggioranza stessa e altrettanti dall'opposizione: il tema era molto delicato perchè «va a mediare due esigenze: lavorare (e diritto al divertimento) e riposare. Due diritti legittimi che vanno fatti convivere», aveva spiegato Giorgi che aggiungeva: «Un lavoro complesso che ha alla fine prodotto un primo buon risultato sul quale abbiamo registrato per ora reazioni positive o almeno abbastanza fiduciose».

Se però il testo originale (che va a modificare quello prodotto dalla precente Amministrazione Cosolini) trovava dunque il favore delle due categorie di cittadini, il Consiglio comunale del 24 luglio (concluso poco dopo l'una di notte del 25 luglio) ha un po' stravolto il regolamento e potrebbe generare qualche malumore in particolare tra gli esercenti.

Musica esterna: applicazione e «non applicabilità» delle sanzioni

Resta la divisione in fasce delle sanzioni in base ai minuti di sforamento della musica all'esterno del locale: da 50 a 300 euro se la violazione è accertata entro il termine di trenta minuti dagli orari stabiliti (sanzione ridotta 100 euro), da 500 a 3000 euro tra il trentunesimo e il novantesimo minuto (sanzione ridotta 1000 euro); modificata la sanzione massima per la terza fascia (se la violazione è accertata oltre il 90esimo minuto dagli orari stabiliti) che andava da 2000 a 10000 euro, ora ridotta dall'emendamento 12 (fatto proprio dal sindaco Dipiazza) a 9000 euro così da avere una sanzione ridotta tonda a 3000 euro.

Su questo punto il consigliere Roberto Cosolini (Pd) ha più volte espresso la sua perplessità poichè oltre il 90% delle sanzioni elevate dalle forze dell'ordine sono state della Polizia locale che alle 2 di notte smette di lavorare e quindi la sanzione massima (il 90esimo minuto prima giungeva alle 2.30 di notte, poi, in seguito a un emendamento che anticipa l'orario di chiusura della musica esterna, alle 2 di notte) «perde il suo valore deterrente»; così l'ex sindaco e il suo gruppo hanno riproposto di imporre una giornata di chiusura del locale (dalle 6 alle 24), emendamento però bocciato dalla maggioranza. 

Musica esterna fino alle 22.30 nei giorni feriali, 23.30 nei festivi e giorni in deroga

Confermate le deroghe previste (Art. 7), con estensione dell'orario consentito per le attività musicali fino all'1 del giorno successivo, per le speciali giornate del 14 febbraio (San Valentino), da Giovedì grasso a martedì (ultimo di Carnevale), l'8 marzo (Festa della Donna che diventa "Giornata internazione della donna"), dal giovedì al sabato della “Maratona di Trieste”, il 14 e 15 agosto (Ferragosto), dal giovedì al sabato della “Barcolana”, il 31 ottobre (Halloween), il 31 dicembre (San Silvestro, in questo caso fino alle ore 3), e ancora, sempre fino all'1, nelle giornate di sabato e prefestive estive comprese tra il 15 giugno e il 15 settembre.

Proprio l'orario di chiusura delle attività musicali esterne farà storcere il naso agli esercenti («per punire pochi si puniscono tutti», ha criticato Maria Teresa Bassa Poropat di Insieme per Trieste): infatti l'emendamento di Michele Claudio (Lega Nord) in cui si chiedeva di abbassare alle 22.30 nei giorni feriali e alle 23.30 nei festivi e quelli in deroga l'orario limite per la musica esterna è stato fatto proprio dal sindaco Dipiazza. 

Poichè in molte occasioni l'assessore Giorgi e gli stessi rappresentanti della Fipe avevano manifestato l'intenzione di punire i soliti locali irrispettosi delle regole, molti sono stati gli emendamenti che volevano l'introduzione di una sanzione accessoria che punisse la reiterazione dell'illecità, ma per motivi che vanno dal tecnico al politico (infatti l'ex sindaco Cosolini ha sottolineato come un archivio potrebbe essere consultato dagli operatori anche tramite smartphone come in altri casi), non hanno superato il vaglio del Consiglio. 

Il nodo dell'udibilità

Già nelle sedute di Commissione si era manifestato di nuovo (poichè già il vecchio regolamento aveva suscitato polemiche) il problema dell'udibilità: infatti anche se la Polizia locale e altri enti «sono in possesso degli strumenti per registrare i decibel, questi non sono in grado di scindere per esempio la musica dal vociferare della folla e quindi non possono essere utilizzati per elevare sanzioni», aveva spiegato il vicesindaco Pierpaolo Roberti. Anche in occasione del Consiglio comunale non si è stati in grado di trovare una soluzione valida e quindi «ci ritorneremo su cercando soluzioni più ogettive». A questo proposito, per evitare la sanzione da «porta aperta per far uscire o entrare l'avventore», Everest Bertoli (Forza Italia) aveva proposto un emendamento affinchè l'udibilità della musica fosse udibile almeno 30 secondi, ma anche la maggioranza stessa lo ha bocciato. 

Niente vetro dopo le 00.30

Un altro aspetto che aveva destato malumore era quello legato al vetro: il regolamento inizialmente vietava la vendita per asporto di bevande in bottiglie o bicchieri di vetro (anche nei dehors o spazi privati in concessione) a tutti gli esercenti dalle 24 alle 5 del giorno dopo, eccezione fatta per gli esercizi artigianali e alimentari (kebab, panetterie, ecc) che beneficiavano della deroga in caso di vendita abbinata a un alimento. Due emendamenti invece esposti dal capogruppo di Forza Italia Piero Camber e dal suo vice Alberto Pocallo hanno allungato di 30 minuti (alle 00.30) il limite orario iniziale, ma esteso a tutti gli esercizi il divieto.  

Dichiarazioni di voto: maggioranza compatta con Forza Italia che si tappa il naso 

«Non ci ha soddisfatto così com’è finita: la riduzione della musica 22.30 causa forti pressioni esterne non ci è piaciuta - ha detto Piero Camber (Forza Italia) -. Un limite molto riduttivo per i giovani che hanno diritto a divertirsi. La stragrande maggioranza dei locali vive secondo le regole, mentre una piccola minoranza ci porta a stravolgere queste e ci dispiace veramente. Il regolamento entrerà in vigore dopo Ferragosto e avremo modo di rivederlo se troviamo situazioni di disagio. Il voto sarà favorevole, ma per come abbiamo chiuso il pacchetto il nostro gruppo non è soddisfatto».

«Noi invece esprimiamo soddisfazione e gradimento per gli emendamenti fatti propri dal sindaco», è stato il commento del capogruppo Lista Dipiazza Vincenzo Rescigno.

«Credo che questa modifica non vada a dare una soluzione a un problema sempre e comunque complicato - ha detto Paolo Menis (Movimento 5 stelle) -. L'udibilità avevamo visto già nella passata legislatura che lasciava un’estrema soggettività a chi sarà poi chiamato a sanzionare: bisognava andare a intervenire in modo più radicale in un regolamento che era un primo approccio verso la risoluzione del problema che però non è stato risolto. Difficile conciliare il diritto al divertimento e quello sacrosanto al riposo, ma proprio per questo bisognava andare a premiare i titolari dei locali che vanno a investire per insonorizzare. Per questo ci asterremo (anche se poi il gruppo ha votato contro, ndr)».

«Solo l’espressione di voto mi divide dal consigliere Camber - ha esordito Roberto Cosolini parlando a nome del gruppo Pd -. La cessazione della musica alle 22.30 per tutto l’anno e solo due giornate di deroga è molto limitativa. C’è un colpo al cerchio e uno alla botte, con eccessi di rigorismo e libertà».

«La Lega tutta e io siamo soddisfatti di questo primo passo, di questo segnale, per restituire la dignità a quelle persone che si trovavano a subire selvaggiamente quando abbiamo racocntato in quest’aula», ha dichiarato Michele Claudio (Lega Nord).

«Bastava punire di più quei pochi e si è scelto di punire tutti con la riduzione degli orari», ha criticato Maria Teresa Bassa Poropat (Insieme per Trieste).

«Pensavo prevalesse il buonsenso. Adesso che nasce la movida e che i giovani hanno necessità, ora che la città è viva, piena di locali e  turisti meravigliati facciamo passi indietro. Volevo votare a favore sapendo l’impegno dell’assessore, ma ora mi trovo a dover votare contro», ha detto Roberto De Gioia (Verdi-Psi).

Il sindaco Dipiazza ha poi concluso il giro: «Nessuno chiama la Polizia però alle dieci di sera, ma la chiamano alle 2 di notte. Mi assumo la responsabilità di questa scelta delle 22.30 e ringrazio il mio amico Lorenzo Giorgi e i funzionari per il lavoro svolto: oggi abbiamo dato una dimostrazione importante. Alla sinistra direi di andare a vedere il degrado a Barcola o altre zone, piuttosto che dire che l’orario delle 22.30 ha rovinato la movida. Non ci sto».

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