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Cronaca

Muggia, dopo trent'anni giù le antenne abusive

Il Sindaco Nerio Nesladek «È un fatto storico, un'inversione di tendenza che pone fine a quello che sembrava un sistema imbattibile. Passo dopo passo ci stiamo muovendo verso il fine più importante dell'intenso lavoro che da anni stiamo portando avantii»

Finalmente dopo 30 anni si sta invertendo la rotta. Dopo la demolizione di una prima antenna abusiva nell'abitato di Chiampore, vicino alla caserma dei Carabinieri e di una seconda nei pressi di Via Vivoda, in pochissimo si è riusciti a veder demolite anche le due sul monte San Michele e  quella  nei pressi dell'abitato di San Floriano – Ligon. Giù, dunque, tutti i tralicci abusivi, quelli più inquinanti poiché la loro altezza ridotta faceva si che l'inquinamento elettromagnetico colpisse pesantemente gli edifici residenziali posti nelle vicinanze.

Un traguardo storico, frutto, come promesso, di una battaglia tenace da parte di questa Amministrazione, che da sempre  considera la delocalizzazione un compito prioritario per la tutela del diritto alla salute anche contro potenti lobby quali quelle radiotelevisive e tenendo anche conto delle indicazioni dell'ARPA (l'agenzia regionale che ha competenza sul controllo delle emissioni elettromagnetiche) che aveva chiaramente affermato che se prima non si fossero regolarizzati tutti gli abusivi non sarebbe stato possibile riportare a livelli di legge le emissioni a Chiampore.

Spetterà ora all’ARPA, contattata dall’Ente, una nuova misurazione dei segnali sul territorio da effettuare sia in banda larga (per verificare l'inquinamento complessivo) che in banda stretta (per verificare puntualmente l'inquinamento di ogni singola emittente).

Grazie anche al piano di delocalizzazione che l'amministrazione ha approvato - osteggiato invece dall'opposizione - l'abbattimento dell'inquinamento elettromagnetico a Chiampore sta dunque diventando una realtà. E tutto nonostante le mille difficoltà riscontrate, compresa, per esempio, una normativa nazionale che tende a favorire i gestori fissando il limite di 6 Volt/metro all'inquinamento elettromagnetico nonostante la giurisprudenza civile costante continui a fissare in 0,6 Volt/metro l'inquinamento consentito facendo riferimento proprio alla necessità della tutela della salute garantita dalla Carta Costituzionale ed indicata in una raccomandazione europea.

«È un fatto storico, un'inversione di tendenza che pone fine a quello che sembrava un sistema imbattibile» esordisce il sindaco Nerio Nesladek. «Passo dopo passo ci stiamo muovendo verso il fine più importante dell’intenso lavoro che da anni stiamo portando avanti, che è quello di riportare a livelli di normalità l’inquinamento elettromagnetico di Chiampore. Ma non ci accontenteremo dei limiti di legge e perseguiremo con tutti gli strumenti possibili l’obiettivo di ridurre ulteriormente le emissioni seguendo i criteri del principio di precauzione che prevede  limiti ancora più bassi».

Di qui anche l’impegno verso una delocalizzazione maggiore da Chiampore per raggiungere pure il terzo obiettivo (oltre all’abbattimento degli abusivi – raggiunto- ed alla riduzione dell’inquinamento), ovvero quello di rendere più accettabile l’area sul piano paesaggistico.

«Ho inoltre preso contatto con le autorità della Repubblica di Slovenia –fa sapere l’assessore Fabio Longo -  che sta compiendo verifiche sul proprio territorio a seguito delle interferenze che illegittimamente giungono da una parte dalle radio italiane in violazione dell'accordo internazionale di Ginevra».

Anche per quanto riguarda l'antenna presente sul Monte Castellier vicino a Santa Barbara, l’impegno continua. «Sono in corso tutte le azioni necessarie al fine del suo spostamento in un ulteriore sito ancora più lontano dall'abitato” ha precisato l'assessore Fabio Longo. «E anche la società proprietaria sta collaborando in questo senso al fine di accorciare il più possibile i tempi del trasloco».

Via Vivoda prima e dopo

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via Vivoda - dopo-2

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