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Cronaca

Museo Ferroviario, il gruppo Oliver Hardy: «Bene prezioso snobbato dagli amministratori»

Lo rileva in un post pubblicato sulla sua pagina facebook il gruppo Oliver Hardy, già protagonista in passato di diverse opere di riqualificazione cittadina, l'ultima la trasformazione di una pensilina del bus di Barcola trasformata in biblioteca

«Assassinio dell’Orient Express: neanche la famosa regina del giallo Agatha Christie avrebbe potuto ideare un delitto così articolato, contorto e di difficilissima soluzione. Un paio di mesi fa abbiamo avuto il piacere di iniziare una collaborazione con i volontari del Museo Ferroviario di Campo Marzio. È così che siamo stati catapultati in un mondo magico ricco di storia, sogni e profumi di tempi passati che si mischiano all’ingegno dell’uomo e la sua evoluzione tecnologica del mezzo di trasporto che da secoli incanta grandi e piccini. Il nostro Museo Ferroviario è un gioiello di inestimabile valore e unico nel suo genere. Una di quelle rare fortune che in qualunque altra realtà internazionale sarebbe motivo di orgoglio e vanto».

Lo rileva in un post pubblicato sulla sua pagina facebook il gruppo Oliver Hardy, già protagonista in passato di diverse opere di riqualificazione cittadina, l'ultima la trasformazione di una pensilina del bus di Barcola trasformata in biblioteca.

«Cosa - spiega il post -  lo rende così speciale? Partiamo dall’edificio. È una stazione di testa in squisito stile Liberty, UNICA in Europa, progettata all’epoca dall’architetto viennese Robert Seelig, con mirabile ingegnosità tanto da concepire l’entrata laterale sulla ora via Giulio Cesare, mentre l’uscita, predisposta sul fronte mare in modo da evitare nelle giornate di Bora gli eventuali disagi.  Geniali accortezze di un tempo che fu, idee difficilmente riscontrabili nelle menti deviate di pomposi e sedicenti architetti dei giorni nostri. All’interno nelle ampie e ordinate sale, che furono crocevia di persone e civiltà provenienti da ogni dove, di cui si percepisce ancora l’aura, possiamo ammirare parte della collezione di inestimabile valore di ben 5000 pezzi tra esposti e non, per lo più raccolta con passione e cuore dai volontari, a testimonianza dell’affascinante e complessa storia che ha attraversato questo luogo e invidiata da moltissimi estimatori esteri. All’esterno sui binari, che furono in uso fino al 1958, sonnecchiano le belle addormentate che furono le protagoniste di varie epoche: locomotrici, locomotive, vaporiere, carrozze, vagoni, carri merce, spazzaneve, come stanche dive sognano di poter ripercorrere maestose quei binari che ricongiungevano le genti e le culture». 

«Troppo bella - continua il gruppo -  e troppo intelligente poteva la stazione di Campo Marzio essere valorizzata dai nostri amministratori??? Ovviamente NO!!!!!! Anzi ostacolata in ogni modo e con ogni mezzo e privata di ogni sostentamento la ritroviamo oggi stanca, ferita e spogliata della sua dignità.  A distanza di 30 anni dall’ultimo restauro nessun dovuto intervento conservativo è stato fatto anzi dove si è potuto creare ancora più danno lì la longa manus dei soliti noti ha agito indisturbata.  Solo grazie all’abnegazione e sacrificio dei volontari si è potuto parare alcuni colpi tra i continui e subdoli inferti».

«Scandalosa - sottolinea il post - la vicenda della copertura esterna dei binari.  Poiché la copertura originale fu smontata e fusa nel 1942 durante la seconda guerra mondiale, nel 2009 il municipio di Vienna offrì in dono la copertura in ferro della Sudbahnhof che avrebbe potuto ridare nuovo lustro nonché riparo alla parte esterna del Museo.  L’allora sindaco Roberto Dipiazza alla fine si dimostrò incapace di gestire il trasporto dell’eccezionale regalo, secondo lui troppo oneroso. Ferrovie e Trenitalia non scucirono il becco di un quattrino, la Regione se ne fregò altamente.  Così a Vienna basiti e increduli non poterono farne altro che servizi da 12». 

«Come le sorellastre brutte e invidiose - continua il gruppo -  tutte le istituzioni, amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno volutamente snobbato e arrecato danno al Museo in un gioco perverso di scaricabarile tra loro e le Ferrovie dello Stato Italiane. Salvo poi fare delle comparsate durante le campagne elettorali 11223697_1485461471746827_7146316952046049044_n-2a suon di promesse, mai mantenute, e schioccanti baci di Giuda. Il ruolo di aguzzino spetta alle Ferrovie, che pur vantando una proprietà, qui non investono un centesimo, lasciando in parte crollare la struttura, per poi sperperare milioni di milioni di euro al museo di Pietrarsa (Na) che non è lontanamente paragonabile per storicità, architettura, cultura e collezione al nostro Museo.  Gli avanza invece l’arroganza di chiedere “il pizzo” facendosi pagare un oneroso affitto, quando in giro per l’Italia elargiscono in comodato d’uso altri siti ferroviari, dopo che per ben due volte hanno già tentato di espropriare l’intero Museo, con la sua collezione, con l’intento di vendere l’immobile magari al classico amichetto palazzinaro di turno. Per fortuna la caparbietà e la tenacia dei volontari ha fatto sì che tutto il Museo fosse vincolato dalla Soprintendenza evitando così da questo punto di vista ulteriori attacchi».

«La Fondazione FS Italiane che foraggia  - spiegano - ad esempio, oltre a Pietrarsa, altre realtà museali sparse in Italia, di valore decisamente inferiore al nostro, se ne sta ben alla larga.  Anzi trova giustificazioni bambinesche per non contribuire in alcun modo. Non trovate molto strano questo comportamento? Perché tutto questo accanimento contro un bene così importante per la nostra città ed evidente patrimonio storico mitteleuropeo? E in loco a oggi cosa succede? La Regione, dopo aver fatto una comparsata tipo starlette a Cannes, si è dileguata al trotto (ogni riferimento a persone o cose reali è puramente casuale!!!!!!). Il Comune non rinnova nemmeno la convenzione con i civici musei adducendo scuse relative a leggi regionali da approvare tra "nonsisaquanti" mesi in date non ben definite».

11822363_1485461501746824_3411262119937241674_n-3«Però guarda caso - ancora il gruppo - per quell’obbrobrio di ex-meccanografico trovano addirittura più di 4 MILIONI DI EURO, parole del sindaco (rif. Il Piccolo 04/12/2011). 2 ottenuti tramite mutuo acceso grazie a un contributo ventennale della Regione nel 2012, di 3 milioni che funge da garanzia e 2 recuperati in maniera alquanto discutibile da altri finanziamenti già stanziati per altri progetti tipo l’ex mensa del CRDA e dal Fondo Trieste (rif. Il Piccolo 06/03/2015). Il meccanografico è un aborto architettonico partorito dalle stesse ferrovie all’inizio degli anni ’90, un’opera nata morta, ora nelle mani del Comune, già protagonista di storie molto dubbie e strane speculazioni come la vicenda ERA - Globo dalla quale le istituzioni non ne escono sotto una buona luce (rif. Il Piccolo 25/06/2015), anzi.
Salta all’occhio inoltre che la struttura non rispetta le basilari norme urbanistiche delle distanze da mantenere tra un edificio storico e uno assolutamente “non”. Un insulto all’eleganza del Museo Ferroviario, una volgare bruttura che andrebbe abbattuta alla stregua di ecomostri quali le Vele di Scampia o l’albergo di Alimuri».

«Un omicidio ben congeniato - conclude il post - . In questa spiacevole pagina di storia della città tutto il nostro massimo e incondizionato appoggio va ai volontari che con coraggio e con coriacea costanza sostengono e proteggono questo diamante preziosissimo, valore inestimabile di tutta la comunità. In questi mesi per quanto ci riguarda abbiamo iniziato dalla manutenzione dei binari esterni con l’intento di proseguire poi con ulteriori interventi di recupero laddove si riterrà necessario. Invitiamo per tanto tutti i nostri attenti lettori e sostenitori a visitare e a partecipare alle varie iniziative che il Museo propone in modo da poter contribuire in maniera attiva alla sua salvaguardia e a favorirne ulteriori promozioni a livello internazionale. Per quanto ci riguarda monitoreremo molto da vicino questa situazione con lo scopo ben preciso di tutelare il Museo....a buon intenditor poche parole».

Assassinio DELL’ Orient ExpressNeanche la famosa regina del giallo Agatha Christie avrebbe potuto ideare un delitto...

Posted by Oliver Hardy - Coscienza pulita on Domenica 2 agosto 2015

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