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Volontariato

Dal Fvg al Sud Sudan per l'educazione e la prevenzione: concluso il progetto “Na Amashi Le Madersha”

Il progetto del Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico, che ha preso avvio all'inizio del 2021, nasce dalla volontà di contribuire al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e di salute della comunità della Mundri West County, in Sud Sudan.

Si è concluso il progetto “Na Amashi Le Madersha”, finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale e sviluppo attraverso la Legge regionale 30 ottobre 2000, n.19. Il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico conferma così la sua ventennale vocazione nel campo del volontariato sociale, con progetti specifici ogni anno pensati e realizzati per la crescita inclusiva e azioni di sviluppo sostenibile.

Il progetto

Il progetto, che ha preso avvio all’inizio del 2021 e i cui risultati verranno resi pubblici il prossimo 10 dicembre nel corso di una cerimonia interna, nasce dalla volontà di contribuire al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e di salute della comunità della Mundri West County, in Sud Sudan incarnando così uno dei valori fondanti degli United World Colleges: incoraggiare gli studenti, una volta concluso il proprio percorso educativo presso il Collegio, a diventare attori di un cambiamento sociale positivo proprio a partire dalle rispettive comunità di origine.

L'approccio

Punto di forza, la molteplicità delle metodologie utilizzate e il coinvolgimento di un team internazionale e multiculturale, come sempre accade al Collegio. Un approccio pratico e mirato alla predisposizione di uno studio ingegneristico per l’individuazione e l’approvvigionamento dell’acqua; un approccio sociologico per consentire l’approfondimento delle tradizioni e della cultura locale, individuare i problemi degli adolescenti (10 – 15 anni) e consentire così la formazione specifica del corpo docente e degli studenti stessi - con l’introduzione dell’approccio peer to peer (educazione tra pari) – largamente utilizzato all’interno degli UWC – per il supporto psicologico.

Agenda 2030

Il progetto è sorto dall’ambizione di concorrere in maniera tangibile al raggiungimento di tre Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030: Obiettivo 3 - Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età; Obiettivo 4 - Fornire un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva; Obiettivo 6 - Garantire a tutti la disponibilità e la gestione. Le attività svolte hanno, infatti, contribuito a dotare una scuola in Sud Sudan di una fonte di approvigionamento idrico sicuro, favorendo buone prassi sull’utilizzo dell’acqua e la corretta adozione di misure igienico sanitarie – anche al fine di ridurre il rischio di contagio da Covid-19. In parallelo, è stato fornito un supporto psicologico a giovani in età adolescenziale con particolare riguardo all’educazione sessuale.

L’iniziativa conferma la centralità del volontariato quale cardine dell’attività educativa promossa dal Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, con progetti specifici ogni anno pensati e realizzati per la crescita inclusiva e azioni di sviluppo sostenibile. “La filosofia su cui l’Istituzione del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico basa il percorso educativo - ha dichiarato Cristina Ravaglia, già Ambasciatrice e ora Presidente dello UWC Adriatic - è finalizzata ad aiutare i giovani ad ampliare i propri orizzonti, accogliendoli in una comunità multiculturale e caratterizzata da una grande diversità. Si tratta di un’esperienza unica per gli studenti che la frequentano, concludendo così l’ultimo biennio delle scuole superiori in un contesto internazionale, di confronto e che favorisce lo sviluppo delle loro abilità interpersonali, prime fra tutte l'empatia e la compassione”.

Un nuovo progetto

Dopo la conclusione di “Na Amaschi Le Madersha”, prevista il 31 dicembre 2021, e grazie a un ulteriore finanziamento della Regione FVG sempre nell’ambito della Cooperazione internazionale, nel 2022 prenderà avvio un nuovo progetto per lo sviluppo dell’imprenditoria della comunità di Mundri che prevede il recupero di antiche tradizioni locali per la produzione del sapone, attraverso l’utilizzo della cenere e le noci di karitè.

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