rotate-mobile
Un pezzo di Storia

Il Narodni Dom alla comunità slovena dopo 102 anni, la storica firma davanti a Mattarella

La cerimonia ufficiale si è tenuta oggi 28 marzo nel salone della Prefettura. Le firme del rettore Roberto Di Lenarda e del presidente della Fondazione Rado Race

Il Narodni Dom torni ad essere "il cuore pulsante della Trieste cosmopolita". La restituzione dello storico edificio di via Filzi era già avvenuta, simbolicamente, il 13 luglio di due anni fa. In quell'occasione Sergio Mattarella e Borut Pahor, presidenti di Italia e Slovenia, avevano attraversato mano nella mano le tragedie del Novecento mettendo fine ad anacronistiche contrapposizioni e impegnandosi in un processo di pacifazione mai avvenuto prima. Oggi, nel giorno in cui l'ateneo giuliano inaugura l'anno accademico, una firma - e la volontà di ricucire gli strappi - ha messo d'accordo tutti. 

La cerimonia si è svolta nel salone della Prefettura triestina, in piazza Unità d'Italia. Le sigle sono state apposte dal rettore dell'Università giuliana, Roberto Di Lenarda, e da Rado Race, presidente della Fondazione Narodni Dom. Sotto lo sguardo vigile (e soddisfatto) del Capo dello Stato, i vertici delle rispettive realtà hanno sancito la definitiva restituzione dell'ex Hotel Balkan (dato alle fiamme dal fascismo squadrista il 13 luglio del 1920) alla comunità slovena. "Si chiude oggi in modo solenne - così Race in occasione del suo intervento - un percorso di portata storica che rappresenta un segnale importante nel superamento dei vecchi confini e nel consolidamento della convivenza". Nell'operazione trova spazio anche l'affidamento - da oggi in concessione gratuita e perpetua - dell'ex Ospedale Militare di via Fabio Severo all'Università. 

"Investimento per i giovani"

L'iter è stato lungo ma ha potuto contare su solidi alleati e su rare obiezioni. Se da un lato la destra locale ha puntato il dito contro criticità di carattere finanziario (ma anche di natura ideologica), le istituzioni hanno virato tutte assieme, convergendo in direzione di una soluzione condivisa. Quando poi è arrivata la benedizione del Presidente Mattarella e le diplomazie dei rispettivi Paesi hanno accolto, difeso e protetto l'operazione, la via per la restituzione era segnata. "Il palazzo tornerà ad ospitare quasi tutte le associazioni della comunità slovena - ha precisato Race - culturali, gli organi di informazione ma anche molto altro". Secondo il presidente della Fondazione che gestirà la struttura, la nuova vita dell'edificio sarà interessata anche e soprattutto dal coinvolgimento di associazioni e sodalizi che animano la vita socio-culturale della città. "L'investimento che facciamo è verso i giovani liberi di crescere senza condizionamenti o barriere, nel più genuino spirito europeo" ha concluso l'avvocato. 

Le parole di Igor Gabrovec

"La firma è un segno di speranza e di riconciliazione - così il consigliere regionale della Slovenska Skupnost, Igor Gabrovec -, un messaggio forte, chiaro ed europeo per la città di Trieste e per queste terre di confine, lasciando ai libri di storia ciò che aveva per troppo tempo diviso". Il passaggio del Narodni Dom avverrà solo in occasione della riqualificazione dell'edificio ex Gregoretti (sito nel parco di San Giovanni, ed oggi completamente abbandonato ndr) dove troverà spazio tutto ciò che oggi risiede in via Filzi. "Solo così - ha continuato Gabrovec - il Narodni dom potrà riacquisire il ruolo che aveva nella Trieste di inizio Novecento, arrivando oggi a cucire una missione aggiuntiva nella Trieste che sogniamo". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Narodni Dom alla comunità slovena dopo 102 anni, la storica firma davanti a Mattarella

TriestePrima è in caricamento