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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'Italia dei No Green Pass tiene Trieste in ostaggio: guerriglia e lacrimogeni, cronaca di una giornata difficile

Dopo lo sgombero dal varco IV la protesta dei No Green Pass provenienti da tutta Italia si è riversata nelle vie di Trieste, bloccando il traffico e il Porto stesso

Scene da guerriglia urbana, idranti, lacrimogeni e scudi antisommossa: scene diffuse su tutti i media nazionali che, forse per la prima volta da decenni, hanno avuto come sfondo Trieste.

Non solo il Porto, ma l’intero centro cittadino è stato oggi bloccato dalla protesta che ha raccolto i No Green Pass da tutta Italia e che è stata sgomberata in mattinata dallo scalo IV per poi propagarsi in tutto il centro cittadino con un corteo tanto grande quanto improvvisato. Corteo poi confluito in piazza Unità, dove alcune migliaia di manifestanti si sono radunati in un sit – in. Nel frattempo, altri duecento “irriducibili” sono tornati nei dintorni del Porto per riguadagnare il varco, e pur non riuscendoci hanno scatenato disordini nelle aree circostanti, impedendo l’entrata dei camion nel porto per tutto il giorno. Di fatto, bloccando la normale attività dello scalo. 

“Nessuno si è fatto male, questo è già un grande risultato” ha dichiarato in piazza Unità lo stesso ex portavoce del Clpt e leader della protesta Stefano Puzzer, e in effetti la Questura parla di sei feriti lievi, tre nelle forze dell’ordine e tre manifestanti. 

Sono cinque, per il momento, i denunciati, anche se i video girati e postati sui social saranno analizzati dalle autorità, e con ogni probabilità altri provvedimenti arriveranno.

La mattina lo sgombero è iniziato intorno alle 9 del mattino con diversi manifestanti, tra cui lo stesso Puzzer, seduti a terra in resistenza passiva. La Polizia, con scudi e camion al seguito, ha iniziato ad avanzare e molte delle persone sedute sono state sollevate di peso dai loro compagni. Sia la resistenza dei No Green Pass che l’avanzamento delle forze dell’ordine sono stati quasi sempre misurati, tuttavia per far alzare i manifestanti più ostinati sono stati aperti gli idranti. Il popolo degli anti green pass ha reagito in maniera eterogenea, con i consueti slogan sulla certificazione verde e con furiosi insulti (“Vergogna”, “servi dello stato”, “con che faccia guarderete i vostri figli stasera?”), a volte con pianti disperati ma anche con canti, meditazioni di gruppo e canzoni triestine. Due innamorati si sono poi fatti fotografare in un lungo bacio davanti agli scudi della Polizia, inscenando la versione 2021 di uno storico capolavoro della fotografia. La “squadra” di lavoratori portuali in divisa, promotori della protesta, il più delle volte interveniva a calmare gli animi quando la tensione si alzava troppo. In seguito ad alcuni momenti di eccessiva resistenza ci sono state cariche leggere da parte della Polizia, qualche manganellata e infine l’uso dei lacrimogeni, che hanno momentaneamente disperso gli anti Green Pass all’esterno del varco. Momenti di panico, in alcuni casi vere e proprie crisi, per qualche manifestante e anche per un collega giornalista.

Alcuni lacrimogeni sono finiti in prossimità di una scuola, oggi adibita a seggio elettorale, dove alcune persone stavano andando a votare per il ballottaggio. Non di rado i lacrimogeni venivano “intercettati” dai manifestanti e rilanciati contro la Polizia stessa. In almeno un caso, anche dentro al cortile della scuola.

La protesta, una volta “sfollata” dalla zona portuale, si è trasformata in un corteo inarrestabile che dal passeggio sant’Andrea ha percorso le rive, per poi riversarsi nelle principali strade del centro cittadino, bloccandolo in maniera inaspettata.

Le migliaia di No Green Pass si sono poi “insediate” in piazza Unità e, sotto i continui inviti del leader Stefano Puzzer si sono sedute a terra in una protesta pacifica. Non è mancata, tuttavia, la violenza verbale e le indimidazioni a danno dei giornalisti (mai mancate nemmeno nei quattro giorni di protesta in porto). Un manifestante ha rivolto il cellulare verso chi scrive e altri colleghi che stavano riprendendo e, dopo averci ripreso a sua volta, ci ha fissato negli occhi urlandoci contro: “Ora siete fo**uti”. Inoltre, almeno due troupe televisive hanno dovuto interrompere le trasmissioni perché sovrastate da insulti e grida, mentre un giornalista di Telequattro è stato addirittura fatto allontanare a suon di spintoni.

A un certo punto Stefano Puzzer è stato ricevuto in Prefettura insieme a due colleghi portuali, mentre circa duecento tra i manifestanti più agguerriti cercavano di riguadagnare il varco IV. Nella zona di Campi Elisi, per tutto il tardo pomeriggio fino a sera, si sono visti scenari da guerriglia urbana: i No Green pass più intransigenti hanno rovesciato cassonetti in via Locchi, lo stesso viale Campi Elisi e via Tonello, dalla quale si sono messi a lanciare bottiglie di vetro contro la Polizia, che ha fatto quindi nuovamente ricorso a lacrimogeni e idranti. 

In piazza Unità, intanto, si aspettava il “verdetto” del Governo per un possibile incontro tra i portuali e le più alte cariche dello Stato, in vista di una mediazione. L’incontro è stato quindi fissato per il 23 ottobre e nel frattempo la protesta, che in tarda serata contava ancora un migliaio di persone, si è trasferita quasi del tutto in Porto Vecchio secondo gli accordi con la Prefettura, con il disappunto di molti. La città si risveglierà domani con la “resistenza” anti green pass ancora in corso e forse relegata a una zona meno nevralgica della città, dove alcuni già preparano il sacco a pelo per “non mollare” nemmeno la notte. Tuttavia, viste le dimensioni e la scarsa prevedibilità dell' "esercito" di refrattari al certificato verde, i fatti dei prossimi giorni sono difficili da pronosticare. 

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