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Cronaca

Scaduto l'ultimatum ai sanitari no vax: sospensioni in arrivo, ora rischiano in migliaia

I dati riferiti al Fvg ed aggiornati al 18 giugno parlano di 5671 persone che non hanno ancora ricevuto neanche la prima dose, vale a dire l'11,9 per cento dei sanitari. Subito dietro alla nostra regione la Provincia Autonoma di Trento e l'Emilia Romagna

L'ultimatum è scaduto e gli operatori sanitari non ancora vaccinati ora rischiano di subire forti ripercussioni sul lavoro. Sono partite le comunicazioni da parte dell'Ordine nazionale dei medici alle rappresentanze provinciali, oltre che di quelle in direzione del personale che comprende anche infermieri e operatori sanitari. Come stabilito dal decreto legge 44 del 1 aprile scorso e convertito in legge il 28 maggio, per gli operatori contrari alla campagna vaccinale il tempo è scaduto e le istituzioni hanno iniziato a lavorare sui provvedimenti.

La situazione in Fvg: maglia nera a livello nazionale

Tra i dati pubblicati da QuotidianoSanità questa mattina spicca, in negativo, quello del Friuli Venezia Giulia che vede ancora l'11,9 per cento dei sanitari in attesa di prima dose (i dati, 5671 persone, sono aggiornati al 18 giugno scorso ndr). In totale, la popolazione sanitaria della regione è pari a poco più di 47 mila persone. Di queste , l'80,5 per cento (vale a dire 38.126) risultano essere state vaccinate. Tra le regioni con i dati più negativi vi sono la Provincia Autonoma di Trento (di poco sopra l'11 per cento di non vaccinati ndr) e l'Emilia Romagna dove mancano all'appello quasi 15 mila sanitari (poco più del 7 per cento ndr). Il tempo è trascorso ed ora la "svolta" è dietro l'angolo. Ma cosa succederà adesso?

Lo scenario futuro

A chiarire il quadro futuro è la risposta che il ministero ha inviato alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Tutto partirà dall'Azienda Sanitaria di competenza alla quale spetterà l'accertamento della mancata osservanza dell'obbligo vaccinale e, in tal caso, anche la comunicazione al diretto interessato/a e all'ordine professionale a cui appartiene. A quel punto, saranno gli stessi ordini a trasformarsi in esecutori materiali dei provvedimenti, annunciando la sospensione al sanitario non vaccinato. 

Un numero che potrebbe diminuire

Una situazione che rischia di produrre vere e proprie criticità di gestione professionale. Dopo le sospensioni, infatti, la mancanza di personale (soprattutto tra infermieri e oss, ma anche tra medici ndr) potrebbe far sentire il suo peso sulla quotidianità sanitaria in maniera significativa. Se da un lato il ricollocamento o il demansionamento sono due opzioni possibili (vale a dire lo spostamento in aree dove il contatto con il pubblico è assente, ad esempio un ruolo di smistamento farmaci nelle realtà ospedaliere ndr), dall'altro va sottolineato che i posti disponibili sono di gran lunga inferiori rispetto al numero di sospensioni. Infine, tra gli ambienti sanitari circola la sensazione che l'11,9 per cento di operatori non ancora vaccinati potrebbe assottigliarsi nei prossimi giorni, quando le lettere saranno pronte a partire. Dalla notifica del provvedimento, l'interessato avrà a disposizione 60 giorni per avanzare un ricorso amministrativo al Tar. 

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