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Cronaca

Nuovo regolamento di Polizia urbana: multe da 10 mila euro per writers e vandali; vietato bivaccare, bere alcol e fumare nei parchi

Roberti: «Lavoro di squadra con la maggioranza: non solo di mero ordine pubblico, ma anche di igiene, tutela e decoro dell'ambiente urbano e della stessa salute dei cittadini»

La Giunta presieduta dal Sindaco Dipiazza ha approvato giovedì il nuovo Regolamento di Polizia urbana del Comune di Trieste che ora dovrà passare al vaglio delle Circoscrizioni rionali e della competente Commissione consiliare per approdare infine in Consiglio comunale per la definitiva approvazione. A illustrare i principali aspetti di un testo normativo di circa 30 pagine, suddiviso in sei “Titoli” (Disposizioni generali, Qualità e Igiene dell'Ambiente Urbano, Tutela della Sicurezza e Salute pubblica, Tutela della Quiete pubblica e privata, Vigilanza e Sanzioni, Norme Transitorie e Finali), è intervenuto il vicesindaco a assessore alla Polizia Locale e Sicurezza Pierpaolo Roberti assieme ai capigruppo di maggioranza (Piero Camber, Vincenzo Rescigno, Paolo Polidori, Claudio Giacomelli).

LAVORO DI SQUADRA - Roberti ha innanzitutto ricordato come «il nuovo Regolamento va a sostituire il precedente e ormai “antico”, risalente a ben 90 anni or sono (datato 25 marzo 1926), e pertanto naturalmente necessitante di una profonda rivisitazione alla luce dei tempi attuali e di esigenze e abitudini sociali del tutto nuove e decisamente mutate rispetto a quella lontana epoca». «Certo – ha commentato il vicesindaco -, quando si mette mano alle norme e prescrizioni che vanno a regolare la vita complessiva di una comunità è necessario assumersi, con convinzione, una grande responsabilità; anche perchè si tratta, oggettivamente, di un lavoro difficile, complicato e complesso, che va a investire molteplici e delicati aspetti dell'ordine sociale. In quest'ottica va detto che per giungere a questo nuovo Regolamento le forze politiche che reggono l'attuale Amministrazione hanno svolto un puntuale e approfondito lavoro di squadra, per giungere ora a un testo pienamente condiviso. E per questo – ha sottolineato Roberti – oggi (sabato 27 novembre) sono qui rappresentati tutti i gruppi consiliari di maggioranza».

Passando ai contenuti normativi della proposta fin qui espressa – ma che lo stesso Vicesindaco ha ricordato potrà venir ancora ulteriormente integrata e perfezionata, nei prossimi “passaggi”, con i suggerimenti delle Circoscrizioni o con gli emendamenti in Commissione e in Aula consiliare – Roberti ha focalizzato in particolare quelli riguardanti i più basilari aspetti del pubblico comportamento in ambito urbano, ovvero, in sostanza, quelli di maggior impatto sui comportamenti scorretti e da evitare e su certi usi e abitudini da considerarsi negativi e che verranno pertanto vietati e sanzionati. E ciò in un'ottica non solo di mero ordine pubblico, ma anche di igiene, tutela e decoro dell'ambiente urbano e della stessa salute dei cittadini.

WRITERS E MENDICANTI - In questa direzione, le sanzioni a carico di chi “imbratta in qualsiasi modo edifici e manufatti pubblici” (i cosiddetti “writers”) oppure rimuove o danneggia attrezzature e impianti pubblici, giochi, arredi urbani ecc. (tutte fattispecie ugualmente punibili con la somma di 10.000 euro più spese di ripristino di quanto danneggiato); il divieto di “stazionare seduti, sdraiarsi a terra o bivaccare nelle strade, piazze, marciapiedi, sotto i portici, nei pressi di edifici di valore storico e monumentale... nonché sdraiarsi sulle panchine impedendone ad altri il normale utilizzo” (da 150 a 900 euro); il divieto di “effettuare qualsiasi forma di accattonaggio... che crei molestia alle persone richiedendo denaro...” essendo “altresì vietato sulle aree pubbliche o aperte al pubblico elargire somme di denaro ai mendicanti” (pertanto con una sanzione da 150 a 900 euro per il mendicante ma anche per chi gli elargisce il denaro); e ancora, le sanzioni ai parcheggiatori abusivi (da 25 a 250 euro) o quelle che saranno comminate a chi ferma il proprio veicolo per “contrattare ovvero concordare prestazioni sessuali effettuate da chi esercita la prostituzione su strada” (da 250 a 1500 euro); ancora Roberti ha citato il divieto di fumo e di consumo di bevande alcoliche in tutti i giardini pubblici (cioè nell'area dell'intero giardino e non solo, come finora previsto, negli spazi di gioco, con sanzione da 100 a 600 euro).

NON SOLO PUNITIVE - Interpretando la “ratio” che sta alla base di queste misure – alcune del tutto nuove, e che comunque saranno di competenza e “praticabili” da tutte le forze dell'ordine e non solo dal personale municipale della Polizia locale – il vicesindaco ha spiegato come esse non vadano viste in una chiave meramente punitiva: in vari casi – ad esempio riguardo all'accattonaggio per denaro si tratta principalmente di ostacolare e non "dare ossigeno" (magari elargendo soldi in buona fede) il vero e proprio “racket” che sussiste dietro a queste attività, mentre è evidente che nessuna sanzione verrà, ad esempio, comminata al cittadino che voglia offrire al mendicante un aiuto non monetario (come generi alimentari, vestiario o simili). «Per quanto riguarda i divieti di fumo e di alcol nei giardini pubblici – ha aggiunto – essi vanno prioritariamente visti come un fattore di buon esempio, in primo luogo verso i minori, di complessivo decoro verso tutti e di invito a dismettere delle abitudini negative anche per la salute di ognuno».

IMPRONTA DECOROSA E POSITIVA - «Perchè, più in generale – ha concluso Roberti – la città è di tutti e il “messaggio” che la pubblica amministrazione ha il compito di trasmettere deve essere quello di un'impronta nell'insieme più decorosa e positiva, di maggiore agibilità e sicurezza per tutti negli spazi pubblici che non possono essere “riservati” solo a chi bivacca, si ubriaca o costituisce ingombri abusivi; così superando in tutti i sensi gli aspetti di degrado, anche nella consapevolezza che gli ambiti di degrado, pur solo di un gradino al di sotto della illegalità, in realtà creano un ”ambiente” favorevole all'installazione e sviluppo delle forme vere e proprie, e più gravi, di illegalità conclamata e strutturata».

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