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Cronaca

Occupazione e ricerca: 26 aziende interessate a tecnologie di Made in Trieste

Trenta tecnologie proposte applicabili in diversi settori, dalla diagnostica alla biosensoristica a nuovi approcci terapeutici per patologie infettive, neurodegenerative, genetiche o tumori

Ventisei aziende, diciassette italiane e nove straniere, interessate a lavorare in stretta collaborazione con i ricercatori del sistema Trieste. Sono quelle che hanno risposto alla call lanciata da Area Science Park che, attraverso il progetto Made in Trieste, vuole valorizzare le idee tecnologiche nate all’interno degli enti scientifici triestini e, allo stesso tempo, promuovere l’impiego di giovani ricercatori.

Per farlo Area Science Park ha lanciato lo scorso maggio un bando dedicato ad aziende particolarmente innovative e interessate a sviluppare progetti di R&S con concrete ricadute sul mercato. Delle 30 tecnologie proposte applicabili in diversi settori – che spaziano dalla diagnostica alla biosensoristica a nuovi approcci terapeutici per patologie infettive, neurodegenerative, genetiche o tumori – ben venti hanno ricevuto la manifestazione di interesse da parte di una o più aziende. A rispondere alla call aziende attive nel settore delle scienze della vita di sette diverse nazioni (Italia, Slovenia, Svizzera, Danimarca, Francia, Spagna e Belgio) e per quanto riguarda l’Italia di cinque regioni (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna).

Le aziende ora dovranno redigere assieme ai ricercatori un progetto di R&D sperimentale e per farlo avranno a disposizione un mese e mezzo di tempo (entro il 31 agosto). Gli otto progetti più interessanti, valutati da una commissione composta da esperti nazionali, saranno sostenuti da Area Science Park con l’erogazione di assegni di ricerca annuali. «Dalle analisi e dalle ricerche che abbiamo svolto per individuare il mercato di riferimento e i potenziali partner da coinvolgere abbiamo intuito le potenzialità delle tecnologie proposte, tuttavia la risposta del mondo industriale ha superato le nostre aspettative» dichiara Maddalena Furlan, responsabile del progetto.

«Affinché porti un effettivo beneficio alla comunità la ricerca deve uscire dai laboratori ed entrare in contatto con il mondo dell’innovazione e dell’impresa. Solo così i risultati più promettenti potranno, superando i test necessari, raggiungere il mercato – commenta Stefano Casaleggi, direttore generale di Area Science Park – Noi lavoriamo proprio su questo, cerchiamo di creare dei ponti tra il mondo della ricerca e quello dell’impresa e la risposta al progetto di Made in Trieste dimostra che siamo sulla strada giusta. Sosterremo subito gli 8 progetti più interessanti e se, ce ne fossero altri particolarmente promettenti, cercheremo altre modalità di finanziamento”.

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