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Cronaca

Olio Capitale, Paoletti: «Olio tunisino metterà in ginocchio i produttori italiani»

Il presidente della Camera di Commercio di Trieste Antonio Paoletti sulla decisione del Parlamento Europeo di approvare l'introduzione di 35 mila tonnellate l'anno di olio dalla Tunisia senza dazi doganali: «Norma sbagliata e dannosa per la nostra economia»

Olio Capitale, l’unico evento dedicato all’extra vergine italiano di qualità, ha chiuso i battenti a Trieste da poche ore dimostrando quanto sia importante puntare a prodotti di grande livello con un conseguente prezzo adeguato. Un comparto fatto di piccole aziende, con produzioni non di massa ma il cui percorso è seguito passo dopo passo, dalla campagna alla bottiglia, ha bisogno di un riconoscimento e non di una penalizzazione.

«L’olio extravergine d’oliva italiano va tutelato. Il Parlamento Europeo - afferma Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio di Trieste che organizza il salone Olio Capitale - approva una norma sbagliata e dannosa per la nostra economia. Incrementare di 35 mila tonnellate l'anno l'ingresso di olio dalla Tunisia senza pagare dazi, metterà in ginocchio molti produttori italiani, aumentando in maniera considerevole il rischio di  frodi ai consumatori. L’olio di qualità italiano esce danneggiato da questa scelta e, con esso, l’immagine del nostro Paese».

«A cosa serve investire per ottenere costose denominazioni di origine del prodotto che ne qualificano la qualità e l’autenticità produttiva? Che senso ha portare avanti progetti di educazione al consumo dell’olio per scegliere consapevolmente prodotti di buona qualità offerti da piccole produzioni i cui costi fissi e le tasse non consentiranno di essere in nessun modo concorrenziali con l’olio tunisino importato senza accise? Sembra tutto un controsenso perché proprio la decisione di introdurre grandi quantità di olio tunisino a tassazione zero è sicuramente nociva in particolare per i coltivatori che puntano a sviluppare un prodotto di qualità. Va anche detto e rilevato che molti di questi piccoli coltivatori sono ancora in sofferenza dopo il tragico andamento del raccolto 2014».

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