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Cronaca

Il giorno dopo l'ordinanza tra interpretazioni e sfoghi: la lettera di un bar a Fedriga

"La morte dell'attività spesso la si trova nella mancanza di organizzazione e programmazione, elementi base che i vostri continui aggiustamenti di regole generiche rendono impossibili da considerare e gestire"

Pubblichiamo una lettera firmata dal titolare del Lunch Aperitif Bar di Trieste, Daniele Prada, indirizzata al Governatore del Fvg Massimiliano Fedriga. Una lettera che invita a riflettere sulle difficoltà che questa categoria deve affrontare ogni giorno e ciò che comporta la nuova ordinanza.

Buongiorno On. Presidente della Regione FVG Fedriga.

Avevo desiderio di scriverle questo post, per manifestare un pensiero assolutamente personale, ma credo diffusamente condiviso. Dopo l'ennesima (quasi quotidiana ormai) ordinanza più o meno contraddittoria ed incomprensibile, sono decisamente disorientato.

Sono uno dei tantissimi ristoratori di Trieste, uno di quelli che sta cercando di seguire le regole che giorno dopo giorno ci vengono imposte, per il bene della comunità a cui sono felice di appartenere, per la quale sono disposto a fare tutti i sacrifici cui sono costretto. Sacrifici che però, ad oggi, non capisco a cosa servano. Mi spiego.

Chiudere i Bar/ristoranti/e simili al pubblico è senz'altro un deterrente per gli assembramenti, ma lo sarebbe stato anche un controllo più rigido e deciso in zone di maggior rischio a locali ancora aperti, cosa che forse non avrebbe causato il catastrofico crescendo della curva dei contagi. Così facendo, a mio avviso, si sono solo spostati gli assembramenti stessi, sottolineando come la responsabilità non sia da attribuire alle attività soltanto (di fatto cmq responsabili una volta accecati dalla corsa al guadagno), ma anche agli avventori irresponsabili e falsi altruisti, che al grido di "Salviamo l'economia", finiscono per contribuire in maniera decisiva alla sua distruzione.

Stiamo pagando una lassità estiva eccessiva, ma non stiamo facendo la differenza. I miei ragazzi sono di nuovo costretti alla cig (e per fortuna che c'è!), i miei fornitori passano solo per i saluti, i miei clienti sono disorientati perché le regole non arrivano chiare. E, certo, ci sono le possibilità, Takeaway e Delivery fra le altre... Ma entrambe hanno dei costi correlati più o meno (in)sopportabili e non tutte le attività riescono a convertire agevolmente ed adeguatamente i propri standard, nonostante la straordinaria campagna popolare di sostegno su social e sul territorio. Di fatto però il dato più allarmante è che il contagio NONè sotto controllo, continua a crescere ed i cerchi si stanno stringendo, mettendo sempre più a repentaglio la SALUTE prima dello stato economico delle persone. Quindi mi chiedo: a cosa servono tutti i sacrifici fatti finora? Qual è l'obiettivo di voi che ci governate? E non vuole essere una critica questa volta, non un discorso fazioso, perché politicamente oggigiorno faccio davvero fatica a schierarmi. Ma una semplice richiesta.

Perché la morte dell'attività spesso la si trova nella mancanza di organizzazione e programmazione, elementi base che i vostri continui aggiustamenti di regole generiche rendono impossibili da considerare e gestire. In parole povere, non so come comportarmi, in quanto non so PERCHÉ stiamo facendo i salti mortali. Per cosa? Per quanto tempo? A cosa devo prepararmi?

Perché diventa ogni giorno più insostenibile provare a mandare avanti non solo la propria attività, ma la vita stessa, senza una prospettiva almeno abbozzata. Nel caso il messaggio arrivi, spero in una risposta chiara, non faziosa, non dettata dal suggeritore sullo sfondo del mondo a cui voi, non noi, appartenete. E sarò felice di contribuire a dissipare i suoi eventuali dubbi a riguardo delle regole del mondo a cui noi, non voi, apparteniamo!

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