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Cronaca

Cattinara, la quarta ondata è già qui: tra rabbia e stanchezza, il grido d'aiuto della sanità

I primari dell'ospedale triestino mettono da parte le contrapposizioni e le differenze e si compattano in nome della battaglia contro l'escalation di contagi. Saltano prestazioni, si riducono posti letto e la sanità è in affanno. “A chi aspetta da due anni l’intervento che ora viene riprogrammato chissà quando dirò di rivolgersi a Puzzer o a qualche altro ignorante” così De Manzini

È un grido di rabbia e di dolore quello lanciato dai primari dell’ospedale di Cattinara a causa della grave situazione epidemiologica che la città sta attraversando da settimane. La sanità triestina è in affanno e, se è vero che contro l’escalation di contagi e ricoveri possiede armi spuntate, dall’altro lato i vertici tentano in tutti i modi di reagire. Nella provincia che rappresenta lo 0,83 per cento del territorio, i contagi triestini sono l’8 per cento di quelli italiani e le persone non vaccinate ammontano a 70 mila.

Gli sfoghi dei primari, i reparti allo stremo

“Al paziente che aspetta da due anni l’intervento e che ora non lo potrà fare a causa dell’aumento dei contagi dirò di rivolgersi a Puzzer o a qualche altro ignorante” così il dottor Nicolò De Manzini, primario del reparto di Chirurgia. “O queste persone (i no vax, ndr) ci aiutano a risolvere il problema oppure alla fine dovremo privare il diritto alla salute per i pazienti affetti da patologie non Covid” queste invece le parole del dottor Umberto Lucangelo, numero uno della Terapia Intensiva. Tra i camici in corsia c’è grande sofferenza e stanchezza a causa dei turni massacranti ai quali è sottoposta la maggioranza dei sanitari. “Sono molto preoccupato per la situazione attuale, abbiamo tra i 15 e i 20 ricoveri al giorno” ha confessato il dottor Franco Cominotto, a capo del Pronto Soccorso di Cattinara. In Asugi sono 250 quelli che mancano all’appello vaccinale e, nonostante l’obbligo di legge ed alcuni casi resi eclatanti da dichiarazioni no vax in diretta tv (poi “silurati” dall’intervento istituzionale), Poggiana e Riccardi ammettono una certa fatica nell’individuare una soluzione. “Il problema sono le contestazioni” sostengono dall’assessorato professando cautela in virtù di criticità che potrebbero essere sollevate in sede giudiziaria.

Questione cortei no green pass: poco tracciamento e omertà

Sui positivi che hanno partecipato ai numerosi cortei anti-green pass (la maggior parte dei quali non vaccinati) il Dipartimento di Igiene e Sanità deve fare i conti soprattutto con l’omertà dei contagiati in termini di tracciamento. “Sono restii ad identificare i loro contatti e sul testing siamo in difficoltà, facciamo 3000 tamponi al giorno” queste le parole della dirigente Ariella Breda che, secondo indiscrezioni, sarebbe alle prese con un’altra “grana”. Manca personale da utilizzare nelle operazioni di tracciamento. La macchina sarebbe infatti in ritardo di diversi giorni. Sulla salute della città pesa poi la recrudescenza autunnale, quando le malattie respiratorie trovano campo libero ed esplode il periodo in cui la crescita della curva del Covid, come sempre in questi quasi due anni, non incontra quasi mai ostacoli. “Il vaccino non è più una risposta sanitaria – così Riccardi – è anche sociale”.

L'esasperazione del primario del Pronto Soccorso

L’ospedale di Cattinara è di nuovo in prima linea e i primari tentano di compattare l’ospedale attraverso un’azione scaturita anche dopo il duro sfogo del primario del Pronto Soccorso (avvenuto nei giorni scorsi) e la successiva reazione dell’azienda. “Non riusciamo a capire le persone che non si vaccinano” questa la posizione di Dario Bianchini, primario di Medicina Interna. La condizione emotiva dei sanitari è quella di chi da 18 mesi affronta un fenomeno “fuori dall’esperienza, dove le polmoniti gravi sono la pandemia dei non vaccinati. Non abbiamo mai visto numeri così” sottolinea il dottor Marco Confalonieri, primario di Pneumologia. Sullo sfondo i reparti si riorganizzano, l’azienda è costretta a tagliare posti letto e molte prestazioni vengono sospese a data da destinarsi. Continuano a fare il loro lavoro, ma nelle espressioni dei primari la misura è colma. 

"Non ci sono i tempi supplementari"

“Il peso di questa situazione ricade non solo sui no vax – così il direttore di Ematologia, Oncologia e Infettivologia, il dottor Roberto Luzzati – ma anche sul resto della popolazione vaccinata che paga anche per chi non lo è. Da infettivologo dico che c’è ancora per tempo per vaccinarsi e che il passo successivo è l’obbligo vaccinale. Non credo si possa escludere una manovra politica che da tecnico, quando c’è uno zoccolo duro, vedo auspicabile”. Riccardi sposa le posizioni dei primari e lancia l’ennesimo appello. “Non è disperazione – così l’assessore regionale alla Sanità – ma dobbiamo chiedere comportamenti responsabili e spiegare che questo non è un gioco, né una sfida a chi è più figo dell’altro. Manifestare è un esercizio legittimo, ma chi va nei cortei dove c’è la violenza ne prende parte in tutto. Qui non ci sono terzi o quarti tempi, stiamo assistendo a degli scontri che non sono di un paese civile. Le leggi non si discutono. Il resto è delirio”.

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