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Nuove speranze per il palazzo storico

Palazzo Carciotti, nel suo futuro spuntano i tedeschi

Dopo quattro aste andate a vuoto e trattative mai concluse, il sindaco Dipiazza parla di un "concreto interesse" e di una "proposta di cauzione da 1,4 milioni di euro" da parte del Gekko Group di Francoforte, un gruppo specializzato in alberghi e ristoranti di design

Nuove prospettive per Palazzo Carciotti: un gruppo tedesco, attivo nella costruzione di alberghi e ristoranti, avrebbe manifestato un concreto interesse a rilevare il palazzo storico, già oggetto di aste andate a vuoto e trattative mai concluse. La possibile svolta è stata confermata dal sindaco Roberto Dipiazza ed è rappresentata dal Gekko Group di Francoforte, che dal 2016 costruisce in Germania strutture dal design innovativo, in collaborazione con architetti italiani ed europei. A margine di una conferenza stampa il sindaco ha parlato di "una cauzione da oltre un milione e 400mila euro. Il versamento dovrebbe arrivare a breve, poi si andrà a gara. Sono stati qua in Municipio e abbiamo avuto un lungo incontro, erano una decina di persone, tutte di altissimo livello. La destinazione sarà alberghiera - commerciale, in linea con lo straordinario sviluppo della città: sono in arrivo quest'anno 190 navi e 450mila turisti. Stiamo volando a livelli incredibili".

Dipiazza ha ricordato la variante del piano particolareggiato del centro storico, varata l'anno scorso dalla sua Giunta: "mancava dal 1978, prima era possibile fare solo un restauro conservativo, quindi gli investitori avevano le mani legate ma ora hanno molto più margine di movimento, fatta salva la facciata esterna".

In passato il palazzo neoclassico, costruito da Demetrio Carciotti all'inizio del 1800, era stato oggetto di quattro aste andate a vuoto. In una di queste il compratore, il gruppo immobiliare austriaco di Gherrard Fleissner, aveva presentato una cauzione troppo bassa. L'anno scorso il Comune aveva aperto a una formula alternativa, con una concessione pluridecennale che avrebbe consentito all'amministrazione di fornire in uso l’immobile, conservandone al contempo la proprietà, ma anche in questo caso nessuna trattativa era andata in porto. Adesso Palazzo Cheba attende la conferma da parte del gruppo di Francoforte per portare a nuova vita quello che è considerato uno dei simboli neoclassici di Trieste.

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