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L’atto aziendale di Asugi / Piazza Guglielmo Oberdan

Tagli sanità, Pd – M5s: “L’atto aziendale Asugi penalizza Trieste”

I consiglieri regionali Cosolini e Ussai: “Un atto calato dall’alto senza interpellare i professionisti, che non tiene conto del Pnrr e riduce i distretti da due a quattro, indebolendo i centri di salute mentale e i dipartimenti per le dipendenze”

Un atto aziendale “ideologico e politico” che “ penalizza soprattutto Trieste riducendo i distretti sanitari da due a quattro, così come i centri di salute mentale, e impoverisce il dipartimento dipendenze”. Così i consiglieri d’opposizione in consiglio regionale Roberto Cosolini (Pd) e Andrea Ussai (M5s) sulla proposta di atto aziendale di Asugi.

Cosolini ha dichiarato in conferenza stampa che “questo atto ridimensiona il ruolo del territorio, che la riforma regionale, il Pnrr e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) avevano ribadito” e che “Riccardi si è detto contrario alle case di Comunità, che per esperienza sembrano identificabili con i distretti. Quindi perché ridurli invece di promuovere una strategia di allineamento?”

Secondo il consigliere dem, l’atto aziendale “ridimensiona i distretti soprattutto in area triestina, lasciando quasi invariati quelli dell’Isontino, che rispetto a Trieste ha una popolazione inferiore di 100mila abitanti. l sì dei sindaci dell’Isontino non ci preoccupa quanto il sì del Comune di Trieste, che si accontenta di una generica rassicurazione verbale”.

Il dipartimento dipendenze di Trieste, in particolare, verrebbe indebolito: “è impensabile – spiega l’esponente del Pd - equiparare una realtà come quella dell’Isontino, con 900 persone seguite, a Trieste dove ce ne sono 4mila. Inoltre, essendo una città più grande, presenta un contesto di dipendenze più complesse”.

Per Ussai, inoltre: “L’assessore Riccardi ha detto che le case di Comunità sono un obbligo del Pnrr che lui non condivide. Noi crediamo invece che il Pnrr sia un’opportunità straordinaria per riqualificare e potenziare la sanità territoriale, che ha avuto una grande importanza durante la pandemia. Questo atto è stato calato dall’alto ma noi crediamo sia importante fermarsi, ascoltare i professionisti, i sindacati e le società scientifiche, che finora non sono stati ascoltati”.

Secondo il pentastellato, inoltre, “il distretto deve essere il protagonista del coordinamento e sovrintendere alle attività territoriali, invece a Trieste viene demolito e spacchettato. Il rischio è quello di vedere affidate al privato, staccato dalla rete, il potenziamento del territorio, puntando ad aumentare le prestazioni semplici, quando invece l’obiettivo dovrebbe essere implementare la presa in carico da parte della sanità pubblica soprattutto dei soggetti con problemi complessi” 

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