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Cronaca

Pdl: " no alla Civica Benemerenza a Boris Pahor; La sua e' una Memoria a Senso Unico"

Riceviamo da Everest bertoli capogruppo Pdl in consiglio comunale e pubblichiamo:La Civica Benemerenza del Comune di Trieste è un riconoscimento che dovrebbe premiare le qualità civiche di un nostro concittadino, il quale si sia dimostrato capace...

Riceviamo da Everest bertoli capogruppo Pdl in consiglio comunale e pubblichiamo:
La Civica Benemerenza del Comune di Trieste è un riconoscimento che dovrebbe premiare le qualità civiche di un nostro concittadino, il quale si sia dimostrato capace di incarnare nella sua opera e nel suo lavoro le variegate anime di questa città.
Le tragedie ed i drammi che il Professor Boris Pahor ha vissuto in prima persona a causa dei totalitarismi del secolo scorso hanno fortemente impregnato la sua produzione letteraria ed il suo impegno pubblico.
Tuttavia quella che troviamo nelle sue pagine è una vicenda esasperata e a senso unico, incapace di cogliere il dramma che tutta la nostra città si trovò a vivere nella fase finale della Seconda guerra mondiale.
Per come viene descritto, l'indiscutibile dramma di una porzione della comunità triestina offusca ed in certi passaggi giustifica o minimizza quanto subito da triestini, goriziani, istriani, fiumani e dalmati pochi anni dopo quelle vicende che colpirono le comunità di lingua slava suddite del Regno d'Italia. Dieci anni fa il Professor Pahor ricevette il Sigillo Trecentesco del Comune di Trieste e nel 2007 si scagliò contro le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale in occasione del Giorno del Ricordo finalmente aveva tracciato un'analisi seria e serena della tragedia del confine orientale italiano.

È stato un atteggiamento degno da parte di chi ha ricevuto un simbolo che dovrebbe rappresentare Trieste nella sua interezza?

E nella sua corsa a stravolgere i fatti Pahor non risparmia neppure Ciampi . «La volontà di contare tra le vittime delle foibe tutti i prelevati nel 1945 e addirittura di aumentarne il numero, come fece il presidente Ciampi nel 2002, che definì gli infoibamenti un Olocausto mi sembra un modo non accettabile di ricostruire la storia.

In più, legare questa tragedia alla sorte degli esuli istriani non serve a fare chiarezza sui fatti».

E poi si lancia a sostenere le tesi negazioniste. «Si cerca di tenere sempre alto il ricordo delle foibe, la tragica e disgraziata conclusione della Seconda guerra mondiale a Trieste, quando fu prelevato un numero non ancora certo di persone dall'esercito jugoslavo che aveva liberato Trieste nella primavera del '45 (?).

Alcuni sostengono si tratti di cinquemila prigionieri, altri quattromila, mentre gli ultimi dati storicamente accertati parlano di tremilacinquecento persone, di cui solo una parte fu gettata nelle caverne carsiche».

Secondo Pahor, che abbraccia le tesi della storica negazionista Alessandra Kersevan, furono poche centinaia.

Sorvoliamo per amor di sintesi sulla querelle che vide il Professor Pahor assumere atteggiamenti ultranazionalisti allorché venne eletto Sindaco di Pirano il ghanese Peter Bossman.

Quella di Pahor, insomma, è una memoria a senso unico, che se può andar bene alla Provincia di Trieste, la quale nel suo Laboratorio della Memoria di recente inaugurato ha escluso qualunque riferimento alle Foibe ed all'Esodo, è inaccettabile per il Comune di Trieste.
Merita la Civica Benemerenza chi si sforza di rappresentare Trieste, la sua multiculturalità e la sua complessità storica e politica, non chi si arrocca su una posizione e sputa fiele su quelle altrui e sulle tragedie degli italiani della Venezia Giulia.

Suggerisco al Sindaco Cosolini una bella lettura, il libro di Pahor "Figlio di nessuno", dove dipinge quasi con orrore un secolo d'Italia a Trieste per comprendere il grossolano errore che sta commettendo.

Per questi motivi mi esprimerò contro questa proposta nella conferenza dei capigruppo

Everest Bertoli
Capogruppo PDL

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