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Nella rete della Postale per pedopornografia online: un arresto e una denuncia

Nel mirino dell'indagine coordinata dal sostituto procuratore Matteo Tripani sono finiti due uomini residenti rispettivamente a Roma e in provincia di Viterbo

"Inviavano e ricevevano numerosi video riproducenti lo sfruttamento di bambine, riprese nel mentre subivano violenze di natura sessuale da parte di adulti". Per questo motivo la Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia e del Lazio, dirette dalle Procure di Trieste e Roma, hanno portato ad un arresto ed una denuncia, rispettivamente nei confronti di due italiani residenti nella Capitale e in provincia di Viterbo. Uno dei due, durante l'indagine coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, è stato trovato in possesso di "ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Solo poche ore prima della perquisizione effettuata dalle forze dell'ordine il romano "aveva scaricato gli ultimi file". Sono stati sottoposti a sequestro due smartphone, un hard disk, un tablet e uno spazio di archiviazione virtuale. 

La persona residente a Roma è stata posta agli arresti domiciliari. "Tra i reati che registrano il maggior incremento - così la Postale - vi sono purtroppo anche quelli in danno di minori commessi on-line, con particolare riguardo a quelli che vedono i minori come vittime di adescamento o abusi sessuali, spesso documentati da fotografie e video pedo-pornografici che i criminali successivamente vendono, divulgano, cedono o detengono utilizzando la rete e i social-network (Reati relativi alla pedo-pornografia)". 

L’operazione in questione è scaturita da "una segnalazione inerente numerosi episodi di scambio di materiale pedopornografico avvenuti su una nota piattaforma di messaggistica istantanea che ha permesso agli specialisti della Polizia Postale di Trieste di effettuare approfondite indagini e identificare gli utenti che, approfittando dell’alto grado di anonimizzazione offerto da questo tipo di piattaforme, inviavano e ricevevano numerosi video riproducenti lo sfruttamento di bambine, riprese nel mentre subivano violenze di natura sessuale da parte di adulti". Le indagini, che ora proseguono attraverso l'esame del materiale informatico sottoposto a sequestro, sono state coordinate dal Sostituto Procuratore di Trieste Matteo Tripani. 

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