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Maxi sequestro

Blitz della Finanza, sequestrate 70 tonnellate di pellet

Le spedizioni erano partite dall’est europeo ed erano destinate al mercato italiano

TRIESTE - La Guardia di Finanza di Trieste ha sequestrato 45 tonnellate di pellet di legno introdotto in territorio italiano in violazione delle norme che ne regolano la commercializzazione. In particolare, durante i controlli presso i valichi di confine terrestre, attuati per il contrasto all’importazione e alla commercializzazione di prodotti contraffatti e/o non sicuri per la salute del consumatore, i militari della Compagnia di Muggia hanno intercettato tre diverse spedizioni di pellet legnoso, partite dall’est europeo e destinate al mercato italiano.

Gli accertamenti svolti al fine di verificarne la genuinità, l’origine e la provenienza, consentivano di accertare, in due occasioni, la mancanza, sulla grafica dei singoli sacchetti di plastica, di alcune delle indicazioni minime che il legislatore ha previsto per la commercializzazione del prodotto nell’ambito della comunità. Si tratta di tutta una serie di obblighi informativi previsti per la presentazione dei prodotti al consumatore che devono essere tenuti in debita considerazione anche per la vendita del pellet; invece talvolta, al fine di impedire la tracciabilità del prodotto, vengono omesse sulla confezione persino le informazioni minime richieste dalla legge. Le prime due partite erano già imbustate in 3.000 sacchetti pronti per la vendita all’ingrosso e al dettaglio.

Nel terzo caso, invece, è stato accertato un indebito utilizzo del marchio di certificazione ENplus. Si tratta di un marchio internazionale registrato e molto diffuso a livello europeo a garanzia dell’intera filiera nel suo insieme, dalla fase di produzione del pellet fino a quella della sua consegna al cliente. Il fatto stesso che il pellet sia certificato ENplus è espressione di elevati standard qualitativi che, oltre a rendere il prodotto commercialmente più richiesto per la migliore capacità calorifera, sono anche requisiti minimi previsti in determinate zone d’Italia per ridurre l’inquinamento dell’aria. Una volta accertato il tentativo di immettere in circolazione prodotti industriali idonei ad indurre in inganno il compratore circa l’origine, la provenienza e la qualità, inevitabile è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria triestina con il sequestro dei 23.760 chilogrammi di pellet.

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