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Cronaca

Pesca illegale: sequestrati 140 chili di pesce e sanzioni per 7mila euro

Due operazioni della Guardia Costiera di Monfalcone hanno portato al sequestro di molluschi e animali o non commestibili o troppo giovani e in alcuni casi provento di pesca non autorizzata

Sono stati sequestrati 140 chili di pescato con 2 diverse operazioni da parte della Guardia Costiera. Sventato quindi un trasporto abusivo di pescato e la pesca illegale di “peverasse”, in violazione delle normative nazionali e comunitarie per la difesa dell’ambiente marino ed a tutela della salute del consumatore finale.

Trasporto abusivo di pescato

Nelle prime ore di venerdì 19 giugno la Guardia Costiera di Monfalcone ha intercettato un pescatore professionale gradese che a bordo della sua auto trasportava, per la successiva commercializzazione illegale, più di 80 kg di prodotto ittico di varia natura (mazzancolle, pannocchie, rombi, moscardini, cappesante, murici, seppie) pescato nella notte. Dalla perquisizione dell’automezzo è emerso che il trasgressore, al quale è stata elevata una sanzione amministrativa per un ammontare di 3mila euro, trasportava il prodotto alimentare senza i previsti accorgimenti sanitari atti a prevenire l’alterazione del prodotto alimentare deperibile, fattispecie che può comportare un serio pericolo per la salute del consumatore finale. Inoltre non era presente la prevista documentazione attestante la tracciabilità commerciale del prodotto, obbligatoria per legge.

È stato invece riscontrato un ingente quantitativo di molluschi bivalvi notevolmente sotto la taglia minima di cattura consentita, la cui pesca impedisce il fisiologico ciclo di riproduzione con l’effetto di ridurre, nel tempo, le risorse di pesca disponibili. Il prodotto pescato, dopo accertamenti di natura sanitaria condotti a cura del personale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliana Isontina, in parte è stato distrutto, perché non commestibile, per la maggior parte è stato donato alla mensa dei poveri dei Frati Cappuccini di Gorizia, ed in parte rigettato in mare per mezzo di un mezzo navale del Comando in quanto ancora vivo e vitale. Pesca illegale di “peverasse” a punta Sdobba.

Pesca illegale di vongole

Nella mattinata di martedì 23 giugno personale militare dipendente, a seguito di dedicato appostamento, ha sorpreso due natanti da pesca intenti alla raccolta non autorizzata di vongole, note in regione come “peverasse”. I quattro pescatori, approfittando del picco di bassa marea, si erano calati in acqua dalle rispettive imbarcazioni da pesca e mediante l’uso di rastrelli artigianali non consentiti, aravano le secche comprese tra punta Sdobba e punta del Benco, nel tratto di mare antistante la foce del fiume Isonzo. 

I militari hanno seguito a distanza tutte le operazioni di pesca ed atteso i pescatori all’atto del rientro al proprio ormeggio ove, accertata la presenza a bordo dei molluschi, hanno provveduto al sequestro immediato di 60 kg di vongole e degli attrezzi da pesca non consentiti, oltre che ad elevare due sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 4000 euro, in quanto dalle verifiche effettuate, le due imbarcazioni non risultavano autorizzate alla pesca in mare. L’intervento si è reso necessario in quanto, tale pratica, non solo è espressamente vietata dalla normativa comunitaria e nazionale, ma di fatto è stata condotta in un tratto di mare non riconosciuto, dall’autorità sanitaria,  quale zona di raccolta di molluschi bivalvi destinati al consumo umano a causa dei potenziali rischi di contaminazione. Dopo i previsti controlli sanitari, esperiti dal personale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliana Isontina, il prodotto ittico sequestrato, ancora in vita, è stato rigettato in mare da un mezzo navale dipendente.

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