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Cronaca

Petrarca, la protesta continua: “Non torneremo in Dad, vogliamo un’altra sede” (FOTO E VIDEO)

Dopo la caduta dei calcinacci nella succursale di Largo Sonnino, gli studenti hanno manifestato in centinaia. Nel pomeriggio un incontro tra assessori ed EDR per trovare una soluzione. A “benedire” la protesta dal balcone anche l’attore Lino Guanciale

La protesta dei “Petrarchini” continuerà fino a che non sarà trovata una sede alternativa alla succursale, e gli studenti non accetteranno di tornare in Dad. Lunedì si riuniranno nuovamente per un sit – in pacifico davanti alla sede centrale del liceo Petrarca ed è stata ipotizzata anche una protesta di fronte al Comune. Con ogni probabilità, infatti, non sarà possibile trovare un luogo alternativo entro lunedì.

Questo è quanto emerso dopo un incontro tra una decina di rappresentanti degli studenti e i vertici dell’Ente di Decentramento Regionale nel palazzo di piazza Vittorio Veneto, tappa finale del corteo che ha coinvolto centinaia di studenti e diversi insegnanti.

Si è affacciato dal palazzo dell’Edr anche l’attore Lino Guanciale, impegnato nelle riprese de “La porta rossa”, manifestando più volte solidarietà e appoggio ai giovani, che a gran voce gli chiedevano di palesarsi. Nel pomeriggio ci sarà una rinunione con alcuni assessori per trovare possibili soluzioni, di breve e lungo termine, e gli studenti hanno già dichiarato che non accetteranno di tornare in Dad e di rivivere l’incubo Covid, e non entreranno nella scuola di largo Sonnino nemmeno se dovesse essere dichiarata improvvisamente agibile: “Nessuna firma di un tecnico ci convincerà che quella scuola è sicura, entreremo solo se si troverà un’altra sede”.

L’episodio che ha innescato la protesta, con l’evacuazione dell’edificio dopo la caduta di alcuni calcinacci e la rottura di una finestra, non sembra essere stato l’unico in questi anni. “Doveva essere una sede provvisoria – ha dichiarato un professore che ha partecipato alla protesta – invece siamo lì da più di vent’anni, e da dieci segnalo innumerevoli problemi. Qualche anno fa un ingegnere, intervenuto, aveva detto che era normale che le scale ballassero un poco, però dopo pochi mesi sono state installate delle putrelle per riequilibrare la staticità. Da quando sono stati fatti quei lavori hanno cominciato a cadere dei calcinacci periodicamente. Oggi come possono venire a dirci che la scuola è sicura? Inoltre in questo periodo, a causa del Covid, dobbiamo stare con le finestre aperte, ma come possiamo se rischiamo che i vetri cadano da un momento all’altro?”.

In una lettera aperta degli studenti, letta durante la manifestazione, sono state esposte diverse criticità tra cui i marciapiedi antistanti la scuola, troppo piccoli per garantire le norme anti assembramento e ulteriormente limitati dalla presenza di impalcature che ricoprono la facciata. Impalcature che sono ormai fisse da ormai cinque anni, parrebbe, per un contezioso in corso che blocca i lavori. Oltre a questo vengono segnalati “problemi con la linea internet e la mancanza di spazi comuni e di un’aula magna, oltre ai laboratori inadeguati”.

Secondo uno studente “c’è un interruttore, in classe nostra, che non può essere usato perché è pericoloso”, mentre un’altra studentessa dichiara che “negli anni precedenti abbiamo sentito tremare finestre e interi piani, ci fanno entrare da parti diverse della scuola perché troppe persone su una scala ne minaccerebbero la stabilità. Così non si può andare avanti, dovremmo sentirci sicuri mentre costruiamo il nostro futuro”.

Così il rappresentante degli studenti Giovanni Chicco: “Chiediamo una scuola di qualità, non solo sicura, la sicurezza è il requisito minimo ma chiediamo condizioni per una convivenza sana tra professori e studenti”.

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