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Cronaca

Viuzze, gatti e piccole casette: Massimiliano Alberti racconta la "Piccola Parigi" triestina

Il nuovo libro dello scrittore triestino è uscito nelle librerie giovedì 19 novembre e parte dei diritti d’autore derivanti dalla vendita sono devoluti in beneficienza a “Il Gattile” di Trieste.

"Paris je t'aime, je t'aime, je t'aime Avec ivresse, Comme une maîtresse!" cantava Maurice Chevalier alla sua Parigi, dicendole addio. Se avesse saputo che anche Trieste ha la sua piccola capitale francese, forse se ne sarebbe innamorato, come del resto è successo a Massimiliano Alberti, scrittore triestino e autore dell'Invitato, che ha dedicato il suo nuovo libro alla "Piccola Parigi" di Trieste. Il nuovo lavoro di Alberti è uscito nelle librerie giovedì 19 novembre e parte dei diritti d’autore derivanti dalla vendita sono devoluti in beneficienza a “Il Gattile” di Trieste.

La Piccola Parigi triestina

A Trieste c'è una zona tra il rione di San Giovanni e l'Università, dove tante piccole case e stradine strette ti inebriano con quell'atmosfera tipicamente francese e che prende infatti il nome di Piccola Parigi. Una zona oggi in parte abbandonata a se stessa, ma che rivive e si colora grazie alle pagine di Alberti: "Mi ha sempre affascinato, sia per il nome che per le casette, così piccole. Si respira un'aria bohemienne: sei in città, ma non ti sembra di esserlo". 

"E' una zona, al momento, in degrado. Sarebbe bello riqualificarla per dare valore al territorio e ricordare la zona storica. Ne parlo anche nel libro - ha aggiunto - L'ho voluta colorare raccontando il borgo attraverso storie e aneddoti raccolti intervistando coloro che ci vivono. Il risultato è una storia divisa in tre parti dove racconto l'essere bambino e il tempo dei giochi, l'adolescenza e la dinamica genitore-figlio, fino ad arrivare all'età adulta".

I gatti, Brigitte Bardot e Cociani

Per le atmosfere parigine, non poteva mancare un'icona francese come Brigitte Bardot, che ha firmato la prefazione: "L'ho contatta grazie all'amico Alberto Panizzoli, che mi ha suggerito di coinvolgere Madame Bardot. Così ho scritto ad un suo consulente ed ha accettato. Le piaceva l'idea che questa piccola parte di Trieste, dove pernottò persino Napoleone, ricordasse Parigi e la terza occupazione. Una dolce visione delle 'viuzze strette piene di gatti, di panni stesi alle finestre; un piccolo paradiso da cartoni animati risparmiato dalla follia delle grandezze degli uomini'.

Un libro che è piaciuto anche a Giorgio Cociani, recentemente scomparso, anima e cuore de Il Gattile di Trieste, che è invece autore della postfazione: "Era un grande amico. Tre anni fa ho preso una gattina nera e l'ho conosciuto. Parlavamo spesso, soprattutto le sere. Cociani era un po' di tutti. Nella postfazione dice che i gatti sono un fil rouge, non solo nella trama del libro, ma anche nella vita. Ed è vero. Il testo finisce con un in "bocca al gatto", un augurio che custodisco gelosamente".

Il libro

Un omaggio a una delle tante perle che, nel corso della storia, la regina della Senna ha “nascosto” nei sobborghi di molte metropoli europee. Vicoli stretti, costruzioni basse e rustiche. Proprio come a Montmartre, nel grembo della bella e unica Trieste tante piccole case sorgono accatastate una vicina all’altra, in un’area che ricorda lo spirito Bohémien ma senza le notti del Moulin Rouge o de Le Chat Noir. Niente Cancan. Storie di sola gente e di gente sola, in questo luogo. Talvolta di andate e di ritorni. Di calzini appesi accanto al fuoco e di corti umide.

Storia d’amore e d’amicizia. Di Lorenzo e di Marie Jeanne. Del matto Willy Boy e dei suoi “pen pen” urlati al cielo. Di Tullio e di Christian. Di gatto Benny e gatta Maria. Della Dea Incantatrice e Assassina: la Brown Sugar. Storia di mamma Rosalia. Di una carta da gioco appiccicata su di un muro in una viuzza nascosta. E di un rione ormai dimenticato fra nuovi e sovrastanti palazzi. Benvenuti nella Piccola Parigi. Parte dei diritti d’autore derivanti dalla vendita di questo libro sono devoluti in beneficienza a “Il Gattile” di Trieste.

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L'autore

Massimiliano Alberti nasce a Trieste nel 1979, in quel cantuccio di terra cosmopolita che ha fatto da arena a molti scrittori. Assunto presso un’importante azienda del mondo del caffè, è proprio il lavoro a portarlo a coltivare la passione per i libri e la scrittura. Nipote dello scultore Tristano Alberti, cresce fra i bozzetti, i quadri e le statue del nonno. L’influenza artistica lo incoraggia a scrivere e così nasce il suo romanzo d’esordio, L’invitato (Infinito edizioni, 2018).

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