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Cronaca Punto Franco Nuovo, Molo VII

Porto, il 20% dell'inquinamento arriva dalle navi: al via uno studio per "elettrificare" le banchine

Organizzato la "Giornata di studio sulle soluzioni per la sostenibilità energetica e ambientale delle aree portuali - Azione pilota per il porto di Trieste"

"Giornata di studio sulle soluzioni per la sostenibilità energetica e ambientale delle aree portuali - Azione pilota per il porto di Trieste". Questo il titolo del convegno organizzato a Trieste e che mira a riunire le autorità competenti del territorio, in primis l'Autorità di sistema portuale, il Consiglio superiore lavori pubblici, la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste per un confronto con esperti del settore marittimo e gli armatori attraverso il quale valutare l'avvio di un progetto pilota per la infrastrutturazione elettrica di una parte delle banchine del porto di Trieste, il cosiddetto "cold ironing". L'intervento consentirebbe alle navi che stazionano in porto di allacciarsi alla rete elettrica, con il conseguente spegnimento dei generatori di bordo e la riduzione degli inquinamenti atmosferico e acustico per la città: da uno studio condotto da Arpa FVG, infatti, si è appreso che le navi che sostano in porto producono un inquinamento atmosferico stimabile attorno al 20% del totale.

Progetto pilota

A a Giorgio Sulligoi, dell'Università di Trieste, il compito di parlare del progetto pilota per il Porto di Trieste illustrando lo studio fatto per l'implementazione del cold ironing, uno studio che ha portato all'elaborazione di una infrastrutturazione elettrica delle banchine il cui realizzo evidenzia ricadute vantaggiose per la salute dei cittadini e per l'ambiente che non possono essere ignorate. Ecco che lo studio ha tenuto conto dei costi di installazione, ambientali, di gestione e non da ultimo per gli armatori. Infatti il progetto - ha detto Sulligoi -, dato il notevole risvolto economico, impone una sinergia tra tutti i soggetti interessati, le istituzioni ma anche gli armatori, il cui coinvolgimento è necessario per l'avvio della sperimentazione in area vasta lungo la rotta Trieste-Turchia. Questo non è il primo progetto di infrastrutturazione elettrica, ma il primo che vuole incrociare le esigenze degli enti pubblici e dei cittadini con quelle degli armatori. L'ormeggio standard di una nave - è così stato spiegato - è una attività molto inquinante; il cold ironing, cioè fornire alla nave la rete elettrica del porto tramite connessione a terra, potrebbe essere una soluzione concreta ed efficace.

Sulligoi è quindi passato a una riflessione sui punti di forza e di debolezza, sulle opportunità e sulle minacce che caratterizzano il Porto di Trieste, dall'essere uno scalo importante con un buon pescaggio ma dai costi elevati per la elettrificazione delle infrastrutture, dal poter contare su importanti fondi europei ma non molti fondi nazionali. E ha concluso accennando alle necessità e alle sfide del Porto Nuovo, per il quale si auspica una infrastrutturazione non solo del terminal ma di una area più vasta. A breve - ha reso noto infine - si farà partire un progetto pilota coinvolgendo i traghetti, navi non piccole ma non così grandi da causare appesantimenti sulla rete elettrica (di cui comunque va pensato uno sviluppo) e che hanno la caratteristica di avere orari e tratte precisi.

Azioni di pianificazione sostenibile

Integrazione delle reti, delle soluzioni, dei cervelli. Di fronte al quadro esaustivo delle soluzioni tecnologiche esistenti, emerso dai lavori del convegno, Mario Sommariva, segretario generale dell'Autorità di sistema portuale, ha auspicato l'avvio di un ragionamento condiviso e sinergico che coinvolga Porto, istituzioni, territorio, cittadinanza attiva, Università e Centri di ricerca, teso allo sviluppo sostenibile delle aree portuali, no a una "decrescita felice" che, per risolvere il problema, propenda verso la riduzione dei traffici. Il cold ironing diviene così solo uno degli elementi, probabilmente il più efficace, ma anche il più complesso e non può costituire la sola soluzione, ma potrebbe essere in questa fase al centro di prime sperimentazioni, ad esempio nel settore della mobilità marittima locale. L'obiettivo è iniziare a ragionare con gradualità e con un approccio pragmatico sui temi in oggetto. L'Autorità di sistema, in quest'ottica, ha già avviato alcune azioni di pianificazione sostenibile, prima tra tutti l'efficienza ferroviaria, cui si affiancano i piani di monitoraggio ante opera previste dal Piano regolatore.

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