Povertà, Konsumer: "Sempre più persone ricorrono alla legge salva suicidi"
La cosiddetta legge ‘Salva Suicidi' rappresenta oggi una possibilità legale per trovare una via d'uscita a problemi economici apparentemente insormontabili e permette alle persone in stato di sovraindebitamento di estinguere i propri debiti anche riducendoli fino all'80%
“Più che triplicati in tre anni i cittadini che decidono di ricorrere alla 'Legge salva suicidi' perché non riescono a pagare i debiti. Nel 2017, dopo i decreti attuativi, solo otto casi, nel 2019 una trentina” lo dichiara l'avvocato Augusto Truzzi, presidente dell'associazione a tutela dei consumatori Konsumer Trieste.
La legge salva suicidi
La cosiddetta legge ‘Salva Suicidi' rappresenta oggi una possibilità legale per trovare una via d'uscita a problemi economici apparentemente insormontabili senza dover ricorrere all'usura (tema piuttosto attuale se guardiamo i recenti fatti di cronaca), e permette alle persone in stato di sovraindebitamento di estinguere i propri debiti con formule di dilazione e, soprattutto, di riduzioni fino all'80%. La legge n.3 del 2012 è stata approvata sotto il Governo Monti e si rivolge a liberi professionisti, piccoli imprenditori, startup e tutti quei soggetti che non possono accedere a procedure concorsuali come il fallimento.
Truzzi spiega che “E'una legge che nasce per far ripartire da zero di chi è fallito senza colpa. Parliamo di persone con debitori che sono andati sul lastrico a loro volta, oppure dei casi che ho seguito direttamente, in cui una persona è fallita e ha trascinato dietro un parente, e quello di un imprenditore ammalato che non riusciva più a lavorare come prima e quindi si è ritrovato impossibilitato a pagare i debiti”.
I "nuovi poveri"
“L'esempio più classico e frequente – spiega l'avvocato – sono i maschi che divorziano e vengono stroncati dagli alimenti, a fronte dei quali non riescono più a pagare l'affitto. La maggior parte dei cosiddetti nuovi poveri, per la mia esperienza, sono gli immigrati e i padri divorziati”
Un aumento, spiega il legale, che sarebbe dovuto a due fattori: “Da un lato all'inizio la legge non era stata particolarmente pubblicizzata, dall'altro la leggera ripresa economica che ha riguardato Trieste e che probabilmente ha spinto molti piccoli imprenditori a voler affrontare i propri debiti con i mezzi messi a disposizione dalla legge”.
Esistono tre tipi tipi di procedure per affrontare il sovraindebitamento: il piano del consumatore, quello più diffuso, l'accordo del debitore per la ristrutturazione del debito e la liquidazione del patrimonio. Sono ammessi coloro che hanno un attivo patrimoniale negli ultimi tre anni inferiore a 300mila euro, ricavi lordi inferiori a 200mila euro e un ammontare di debiti inferiori a 500mila euro. Per sapere come muoversi in caso di bisogno bisogna innanzitutto rivolgersi o direttamente alla Camera di Commercio o a un'associazione consumatori per avere un consulto, anche gratuito, da un avvocato e da un commercialista, in modo da valutare se si ha diritto a questa possibilità.