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Cronaca

Presentato il Progetto della Nuova Tripcovich: Musica e Spazi per i Giovani

Al Caffè San Marco si è finalmente tolto il velo dal progetto Nuova Tripcovich; frutto di due anni di lavoro, il progetto ha voluto immaginare la Nuova Sala Tripcovich come vero e proprio contenitore polifunzionale in grado di ospitare eventi di...

Al Caffè San Marco si è finalmente tolto il velo dal progetto Nuova Tripcovich; frutto di due anni di lavoro, il progetto ha voluto immaginare la Nuova Sala Tripcovich come vero e proprio contenitore polifunzionale in grado di ospitare eventi di musica dal vivo per 900-1000 spettatori, sale prova per i gruppi locali, un auditorium da 250 posti a sedere ed altri spazi che ne garantiscono un impiego il più ampio possibile, in modo da far funzionare la struttura 7 giorni su 7, 12 mesi l'anno. Il soggetto promotore di questo piano è il Comitato Nuova Tripcovich, un laboratorio multidisciplinare in cui sono confluite competenze, professionalità ed esperienze diverse, accomunate dalla volontà di dare alla città una struttura adeguata alla crescenti esigenze dei giovani triestini e non solo.

Nato su Facebook, il comitato ha raccolto ben presto oltre 3000 testimonianze di sostegno all'idea di fare della Tripcovich un nuovo polo culturale della città; all'interno del comitato lavorano persone che, nell'ambito delle rispettive competenze professionali, stanno trasformando una semplice idea in un progetto concreto; un gruppo di progettisti ha elaborato un progetto architettonico di massima, sono stati studiati gli aspetti economici relativi alla gestione della struttura ed è stata ipotizzata una programmazione artistica di massima.

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L'idea è quella di dare vita ad un contenitore in grado di ospitare concerti ma anche altre manifestazioni quali mostre, performances, conferenze e presentazioni.

Sono previsti, oltre allo spazio dedicato alla musica dal vivo, sale dedicate alla didattica, sale di registrazione per i gruppi locali e spazi per la socialità: la struttura sarà aperta a tutte le associazioni del settore ed anche alle numerose scuole di ballo presenti in città.

Ma perchè proprio la sala Tripcovich? Il primo punto di forza della Tripcovich è la posizione: la Sala è in una zona centrale ma non residenziale e ciò garantisce la possibilità di far affluire un certo numero di persone senza che ciò comporti disagi per i residenti.

Non si porrebbe quindi il problema della forzata convivenza di spazi di aggregazione ed abitazione private e delle rispettive, legittime, istanze.

La zona è servitissima dai mezzi pubblici ed è a due passi dalla stazione dei treni: ciò consente di raggiungerla con facilità, anche da fuori Trieste, senza l'uso di mezzi privati e quindi riducendo il rischio che qualcuno si metta alla guida dopo aver bevuto.

Per chi decidesse di arrivare con mezzi propri ci sono ampie possibilità di parcheggio, sia per le automobili che per i motocicli.

Un altro atout della soluzione sarebbe la dimensione: a Trieste esistono spazi ideali per manifestazioni da 3-4000 persone, eccellenti location per concerti da 100 spettatori ma per le soluzioni intermedie non c'è nessuno luogo adatto.

"Quello che noi proponiamo - ha rimarcato il presidente del comitato, Roberto Lisjak -è un luogo dove la musica sia intesa come strumento di crescita culturale e di aggregazione fra persone e non finalizzata ad una generica cultura dello sballo e dell'antagonismo sociale e men che meno trasformata in un prodotto da vendere.

La musica, anche quella non classica, è Cultura ed in quanto tale può ambire a spazi e contributi, con pari dignità rispetto alla musica classica.

Un utilizzo della sala Tripcovich con queste finalità sarebbe un passo concreto per fare di Trieste una città a misura di giovane e non solo la città degli anziani sui gusti dei quali è attualmente plasmata la gran parte dell'offerta culturale della città."

Alla presentazione era presente anche l'Assessore allo Sviluppo Economico e turismo Paolo Rovis, sostenitore della prima ora del progetto: "Trovo che sia davvero apprezzabile la serietà e la concretezza con cui ha lavorato il comitato: dopo aver lanciato l'idea di destinare la Tripcovich a usi diversi da quelli attuali, ho partecipato ai primi incontri pubblici in cui si discuteva l'idea e ho sin da subito apprezzato il metodo di lavoro del gruppo, un'esperienza di cui bisogna far tesoro anche in relazione ad altre tematiche di interesse cittadino.

Personalmente appoggio pienamente questo progetto ed auspico quindi che si possa dare un seguito a questa fase progettuale inserendo l'opera nel piano delle opere pubbliche del Comune di Trieste.

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