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Presidio in piazza Unità, le voci dei lavoratori: "Noi siamo 'One Wartstila', siamo uniti"

Tutti uniti contro la chiusura dell'azienda e a difesa di tutti i lavoratori a rischio delle industrie triestine: "Dobbiamo tenere duro"

Sono tantissime le storie che si celano dietro i lavoratori che oggi, indossando la maglia con il logo "Wartsila", sono scesi in piazza contro la chiusura dell'azienda. C'è chi sta per firmare il mutuo o chi è stato assunto da una settimana e ora, dopo aver lasciato un altro posto di lavoro in cerca di un futuro migliore o più sicuro, rischia il licenziamento. C'è poi una coppia, marito e moglie, che ha da sempre lavorato fianco a fianco il cui reddito potrebbe ora azzerarsi o famiglie che dipendono da quell’unica entrata. Sono vite che per lo più ci vengono raccontate. Chi è tra i 450 lavoratori in esubero non ha molta voglia di rilasciare interviste o di parlare. Lo fanno per loro i familiari, i colleghi e persino i dipendenti ormai in pensione. Sono lì, al loro fianco, sul ciglio di una realtà che pian piano si sta sgretolando.

"One Wartsila"

"Oggi non conta chi è coinvolto e chi no, ma il fatto che siamo tutti uniti. Siamo "One Wartsila", come recita il motto dell'azienda" - spiega un dipendente del Service -. "Chi oggi è salvo lo è solo teoricamente. Questo è solo l'inizio: smantellare la produzione, significa distruggere il futuro dell'azienda. Non ha nessun senso pensare solo al Service/assistenza, se non si costruiscono nuovi motori". Una volta chiusa un’attività produttiva, ci spiega un altro lavoratore, “è molto semplice mandare a casa un impiegato. Lo abbiamo visto fare in altre realtà, per questo dobbiamo tenere duro”.

Un futuro nero

Oggi in piazza il sostegno non è andato solo ai dipendenti della Wartsila ma anche a tutti i lavoratori a rischio delle industrie triestine, “persone e famiglie che non stanno facendo sonni tranquilli". “Il futuro dell'industria a Trieste è nero come il cielo di oggi - ha aggiunto un lavoratore indicando il cielo coperto dalla nebbia di fumo - Grigio forse, ma effettivamente tragico in questo momento".

La speranza

Intanto, oltre alle polveri sottili causate dell'incendio in corso, si respira paura. “C’è ancora incredulità perché non c’è una reale presa di coscienza. La rabbia non è ancora sfociata e non sfocerà finchè c’è speranza. La politica si è mossa bene, Fincantieri anche, ma bisognerà capire se alle parole seguiranno i fatti”.

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