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Cronaca

Primo Congresso del Pli: Facchettin e della Valle alla Guida Regionale

Giovedì 9 maggio 2013, nell’elegante sala dell’Hotel Vis à Vis di Trieste si è celebrato il Primo Congresso Regionale del Partito Liberale Italiano. Il commissario regionale Andrea Della Valle saluta la numerosa platea, portando i saluti del...

Giovedì 9 maggio 2013, nell'elegante sala dell'Hotel Vis à Vis di Trieste si è celebrato il Primo Congresso Regionale del Partito Liberale Italiano.

Il commissario regionale Andrea Della Valle saluta la numerosa platea, portando i saluti del Presidente Nazionale Enzo Palumbo e del Segretario Nazionale Stefano De Luca i quali sono impegnati nella campagna elettorale per le amministrati per le amministrative del Comune di Roma, dove il PLI ha presentato una propria lista autonoma, segno della rinnovata forza e dello nuovo slancio che caratterizzano questa fase del partito.

Dopo due interessanti interventi, gli iscritti all'unanimità votano i nuovi organi direttivi regionali: riconoscendo il lavoro dei due ideatori di questo importante progetto politico regionale, sono eletti Presidente Regionale Maurizio Facchettin e Segretario Regionale Andrea Della Valle; membri della Direzione Regionale sono Andrea Gualandi, Fulvio Bertolini, Franca di Giovanna, Alessio Pagnucco, Riccardo Cesca, Nicoletta Cosattini, Giorgio Pellicanò, Paolo Martini e Roberto Sommer.

Il neoeletto Segretario ricorda ai presenti che la celebrazione del Congresso, con la scelta degli organi direttivi, è da sempre per il PLI un momento fondamentale per la democrazia interna e per la vita stessa del partito. Esso rappresenta, inoltre, un elemento caratterizzante del partito che lo differenzia profondamente dalle altre formazioni politiche attuali.

Nelle parole di Andrea Della Valle si delinea la linea programmatica che si vuole sviluppare: rafforzare il partito offrendo un percorso di aggregazione per tutti quei giovani che rappresentano gli attuali sostenitori del vero liberalismo in Italia e in Europa e per tutti coloro che vogliono rompere la contrapposizione - ormai stantia - tra Destra e Sinistra. Già Benedetto Croce nei suoi Quaderni della Critica del 1951 sottolineava il ruolo del PLI come unica vera forza di centro, scrivendo "il liberalismo ha una singolarità, che è l'unico partito di centro che si possa pensare.

Per questa ragione esso non può dividersi in una sinistra e in una destra, che sarebbero due partiti non liberali. Naturalmente il Partito liberale esaminerà e discuterà sempre provvedimenti di sinistra e di destra, di progresso e di conservazione [?] che la libertà si garantisce e si salva anche talora con provvedimenti conservatori, come tal'altra con provvedimenti arditi e persino audaci di progresso. Questi esami e queste discussioni, [?], sono la vita concreta del Partito liberale [?]" .

Il percorso, ammette Andrea Della Valle, non sarà né breve né facile occorreranno convinzione e generosità, amor di patria,spirito di servizio e devozione.

Fondamentale ed imprescindibile, in considerazione della spinta europeista del Partito e dello specifico territorio in cui si opera, sarà il dialogo con le forze liberali di Slovenia, Croazia ed Austria.

Il neo presidente Maurizio Facchettin, che conclude il Congresso, fa proprio l'appello lanciato nel 5° Congresso Nazionale del PLI (febbraio 2009) e richiama verso questa nuova - e nello stesso tempo storica - forza politica i LIBERI e FORTI, i liberali che "hanno rifiutato di confondersi negli attuali contenitori politici", le persone che non hanno voce in casa altrui e tutti coloro hanno abbandonato ogni partecipazione per disaffezione verso la politica.

La convinzione di Maurizio Facchettin è che per risollevare il Paese ci sia bisogno di riappropriarsi della passione per la buona politica, ripartendo dai valori del LIBERALESIMO PRATICATO e non soltanto proclamato ...

Questa rinascita, secondo il Presidente, non può essere reale se non si riparte dall'impegno verso il proprio territorio fatto di proposte concrete. La ricetta proposta è semplice ma la sua attuazione, che si scontra con personalismi ed opportunismo, non sempre lo è: "Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini ? Abbiamo solo bisogno di più gente onesta"

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