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Cronaca Via del Coroneo

Sparatoria in Questura, al via il processo: imputato assente e la difesa chiede un'altra perizia

In una lettera, presentata dai suoi avvocati, Alejandro Meran chiede scusa alle famiglie. Definite le parti civili tra cui le famiglie delle vittime. Il padre di Demenego: "Diamo pace a questi due ragazzi"

Entra nel vivo il processo ad Alejandro Stephan Meran, a quasi due anni dall’omicidio degli agenti Rotta e Demenego, avvenuto in Questura il 4 ottobre del 2019. Nella prima udienza che ha avuto luogo oggi, venerdì 10 settembre, non era presente l’imputato che tuttavia, in una lettera presentata dai suoi legali Alice e Paolo Bevilacqua, ha chiesto scusa alle famiglie delle vittime.

I difensori di Meran hanno quindi chiesto di rinnovare la sua perizia psichiatrica “per dimostrarne la totale capacità di intendere e volere”, e su questo punto la Corte d’Assise presieduta dal giudice Enzo Truncellito si è riservata di decidere in occasione della prossima udienza, fissata per il 18 ottobre.

In questa sede non saranno sentiti tutti gli oltre 60 teste, soltanto le parti civili, costituite dalle famiglie degli agenti Rotta e Demenego (rappresentate rispettivamente dagli avvocati Birolla e Nicolin), dall’agente Resmini, ferito durante la sparatoria e difeso dall’avvocato Mantello, dall avvocatura di Stato  per il Ministero degli Interni, con l’avvocato Meloni, e infine l’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), che sarà rappresentata dall’avvocato Biscotti. Non ammesso tra le parti civili il Sindacato Autonomo di Polizia, il cui segretario provinciale Lorenzo Tamaro ha commentato: “l’ammissibilità è un formalismo processuale, il Sap è stato e sarà presente per fare chiarezza. Non vogliamo vendetta, solo giustizia”.

Al momento Meran si trova in custodia cautelare nel carcere di Verona, in un reparto speciale dove sarebbe costantemente sorvegliato. I periti del Gip Tommassini in sede di incidente probatorio lo avevano definito parzialmente incapace di intendere e volere ma in grado di presenziare al processo. I suoi difensori sostengono invece la tesi della totale incapacità e dichiarano che: “Oggi abbiamo rinunciato all’esame di tutti i nostri testimoni acquisendo gli atti d’indagine che per noi erano esaustivi in ragione del tema principale del processo, ossia la perizia psichiatrica, e una volta che la corte terminerà l’istruttoria di tutti gli atti e dei fascicoli di indagine deciderà se e in quali termini rinnovare la perizia psichiatrica alla luce delle incongruenze e illogicità dedotte in sede di incidente probatorio”.

Presente  il padre di Matteo Demenego, mentre la famiglia Rotta non se l’è sentita di presenziare all’udienza. “Dopo due anni di psicanalisi – ha spiegato Fabio Demenego - ho trovato la forza di esserci, la volontà di dare giustizia a mio figlio supera tutto il resto. E’stata lunga, ora c’è poco da provare e i fatti sono abbastanza palesi, speriamo si risolva tutto velocemente per dare pace a questi due ragazzi”. Qui l’intervista VIDEO.

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