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Cronaca

Prof. Boldrin Ieri a Trieste: " tre Crisi in una. Come Salvarci e perche' non lo facciamo"

La Facoltà di Economia dell’Università di Trieste ha ospitato la Conferenza “Italia, tre crisi in una. Cosa fare per salvarci e perché non lo facciamo”. Il relatore è stato il Professor Michele Boldrin, della Washington University di Saint Louis...

La Facoltà di Economia dell'Università di Trieste ha ospitato la Conferenza "Italia, tre crisi in una. Cosa fare per salvarci e perché non lo facciamo".
Il relatore è stato il Professor Michele Boldrin, della Washington University di Saint Louis, conosciuto al pubblico per le sue partecipazioni al programma tv "Ballarò".
Le crisi, secondo il Professore, sono tre: la "grande transizione", "l'indebitamento assistenziale" e "l'argentinizzazione".
La prima crisi, è dovuta alla mancata rigenerazione o ristrutturazione dell'Industria italiana in passato, all'incapacità del Paese a percepire i "cambiamenti" in corso e a adeguarsi di conseguenza.
Il debito pubblico e le problematiche attuali, sono legati a questa "incapacità, «abbiamo foraggiato chi non è più competitivo da 10 anni».
Inoltre, secondo Boldrin, «La regolamentazione dell'indebitamento è mal fatta, le Banche si sentono sicure, protette dallo Stato, e il Rischio morale? Esiste».
Inoltre ricorda alla platea «I consumi devono essere proporzionali al reddito, anche in termini "statali": non si può spendere di più di quello che si produce».
Per spiegare la terza crisi al pubblico, il professore fa una precisazione:" la crisi italiana è iniziata prima del 2008; il nostro Paese è sempre stato un fanalino di coda in Europa, e ora ne paghiamo le conseguenze."
Conclude con una diapositiva provocatoria, su un'analisi della World Bank, l'Italia è ultima anche come indice di controllo della corruzione.
Citando il titolo, gli viene posta la domanda sul cosa fare per "salvarci" e sul perché non viene fatto.
Il Professor Boldrin, ha le idee chiare, « Le colpe sono da addebitare al blocco politico che abbiamo da oltre 17 anni, senza new entry, è da rivedere anche il sistema elettorale e i finanziamenti ai partiti: troppi.
Non è da sottovalutare il problema del nostro auto compiacersi del passato, rinunciando al nuovo".
Bisogna immediatamente agire sui costi della politica, sulle pensioni, cosa che andava fatta vent'anni fa: misure drastiche ma necessarie.
Vanno fatte riforme chiare e precise: il Federalismo di oggi è una pagliacciata, va fatto con criteri funzionali di spesa, va riformata l'Università, tenendo conto però che la qualità ha un costo».
E a chi si lamenta, che se aumenta l'età pensionabile, i giovani avranno sempre più fatica ad affacciarsi nel mondo del lavoro, risponde secco: «Lavoro crea lavoro, non è retorica».

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