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Cronaca

Progetto "Per Sentire", Serracchiani: «Meno bambini sordi, prevenzione e ricerca fondamentali»

Debora Serracchiani: «La capacità di lavorare in squadra e mettere insieme competenze ed esperienze è la soluzione migliore per affrontare e risolvere problemi come quelli che riguardano l'apparato uditivo dei bambini»

«La capacità di lavorare in squadra e di mettere insieme competenze ed esperienze - ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani intervenendo a Trieste al convegno internazionale Per Sentire: percorsi di intervento precoce in audiologia pediatrica, dedicato alle patologie infantili di orecchie e naso - è la soluzione migliore per affrontare e risolvere i problemi, nella fattispecie quelli che riguardano l'apparato uditivo nei bambini e la loro inclusione sociale. Questo - ha aggiunto - avviene grazie a un progetto finanziato dal Ministero della Salute e di cui l'Ospedale infantile Burlo Garofolo è capofila».
La presidente ha sottolineato come il progetto di identificazione, intervento e presa in carico per la prevenzione dei disturbi comunicativi del bambino sordo sia idealmente coerente con la Riforma della Sanità regionale che punta in maniera strategica sugli investimenti finalizzati alla prevenzione.

Nel dettaglio, il lavoro durato due anni, coordinato dalla direttrice dell'Audiologia e Otorinolaringoiatria del Burlo Eva Orzan, ha prodotto un percorso che dallo screening  uditivo neonatale conduce alla risoluzione del deficit  nel bambino, permettendogli di sentire il prima possibile. Questo consente di disinnescare il sorgere di qualsiasi differenza educativa e sociale con i coetanei.

Serracchiani, ribadendo il fatto che il Burlo sta riacquistando spazi importanti nella rete degli ospedali pediatrici, ha affermato che i risultati si conseguono, come in questo caso, non solo mettendo a disposizione le strutture e la capacità dei professionisti ma anche con la prevenzione che, ha concluso, «deve essere una sintesi fra l'innovazione tecnologica e la sensibilità che bisogna avere quando, soprattutto nella Sanità, si affrontano patologie che colpiscono i bambini».

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