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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Programma Giunta, Fedriga: «Legislatura improntata sul dialogo»

«Abbiamo tracciato i principali obiettivi nella giusta prospettiva di costruire un futuro reale per il Friuli Venezia Giulia»

Una legislatura improntata al dialogo e alla condivisione con la base su tutte le tematiche che riguardano la vita e lo sviluppo del territorio, con il chiaro obiettivo di garantire risposte ai cittadini. È questa l'impronta programmatica e operativa che il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha inteso evidenziare oggi in Consiglio regionale al termine del dibattito sulle dichiarazioni programmatiche esposte all'Assemblea lo scorso 29 maggio.

«Abbiamo tracciato i principali obiettivi - ha affermato il governatore, anticipando un assestamento di bilancio di 40 milioni di euro - evitando spot facili da proporre ma inutili nella giusta prospettiva di costruire un futuro reale per il Friuli Venezia Giulia, impostando subito un cambio di direzione rispetto alla Giunta precedente che ha voluto imporre e non condividere».

Posizione dura e salda rispetto alla rinegoziazione dei patti finanziari con lo Stato, rapporto paritetico e collaborativo con i Comuni per costruire aree vaste identitarie in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini, sviluppo complessivo del lavoro attraverso l'incremento di attrattività della nostra area per le aziende e la messa a disposizione di strumenti formativi per la qualificazione e riqualificazione dei lavoratori, giusto rispetto e una meritata priorità nell'erogazione di servizi a chi «ha contribuito con le proprie tasse alla costruzione di strade, scuole e ospedali». E ancora giustizia sociale ripristinando regole e garantendo sicurezza. Riferendosi alle attività produttive, Fedriga ha assicurato la valorizzazione delle buone pratiche messe in atto negli anni passati, ricordando le azioni già intraprese per affrontare crisi industriali come quella di Pasta Zara o le criticità come Sertubi, intervenendo con strumenti innovativi come quanto fatto nella provincia di Gorizia con la filiera della Navalmeccanica, per la quale è stato identificato un percorso virtuoso che faccia crescere l'economia e produca nuova occupazione piuttosto che affidarsi ad ammortizzatori sociali fine a se stessi».

Denunciando invece la "devastazione" riscontrata in ambito sanitario, settore che impegna il 60 per cento del bilancio regionale, a partire da una direzione centrale priva di posizioni apicali e che ora va ricostruita, il governatore ha sottolineato come il 30 per cento dell'assestamento di bilancio, ovvero 12 milioni di euro, «sarà destinato a coprire i buchi creati nella sanità».

Soffermandosi sugli Enti locali, Fedriga ha annunciato risposte precise a bisogni socio-economici che possono giungere solo attraverso una rappresentanza territoriale fondata sulle diversità e non smembrata in 18 Unioni intercomunali prive di identità. «Non vogliamo stravolgere tutto in un giorno - ha spiegato - ma lavoreremo passo dopo passo per migliorare l'attuale situazione, cominciando proprio con la cancellazione dell'obbligatorietà di adesione e le conseguenti penalizzazioni».

Un passaggio importante del suo discorso, il governatore lo ha destinato alla rinegoziazione dei patti finanziari con lo Stato centrale, plaudendo la condivisione sulla tutela delle risorse regionali invocata da tutte le forze politiche alle quali chiede compattezza su questo obiettivo e puntando a potenziare l'autonomia per assicurare, al contrario di quanto avvenuto in passato, maggiori entrate alla Regione e, di conseguenza, più servizi ai cittadini.

Sull'immigrazione, Fedriga ha ribadito la necessità di strutture adeguate dove chi, ai termini di legge, è un clandestino possa rimanere in attesa del riconoscimento o meno dello status di rifugiato. «Il 60 per cento di chi arriva da noi non ottiene questo diritto - ha precisato - ma se tutti circolano liberamente risulta difficile rintracciarli quando si tratta di rimpatriarli».

«Inaccettabile discriminare rispetto a preferenze sessuali - ha concluso il governatore nell'illustrare l'uscita della Regione dalla rete Re.a.dy. - e nessun arretramento rispetto a diritti e tutele ma no a iniziative come Re.a.dy che sono vere e proprie imposizioni ideologiche».

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