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La denuncia

"Figli di un Dio minore, siamo stanchi": il grido d'aiuto del Pronto soccorso di Cattinara

La lunga lettera è firmata da oltre 100 operatori della struttura e chiede alle istituzioni di intervenire. "Dantesco purgatorio di attesa" dove viene denunciato un "colossale rischio clinico". La presa di posizione del primario Cominotto, come pure dei sindacati degli infermieri, degli anestesisti. Dalla politica arriva la voce del pentastellato Andrea Ussai

TRIESTE - "Una umanità intrappolata in un dantesco Purgatorio di attesa" dove "decine e decine di persone [...] stagnano" in quella che viene definita una "palude interna" capace di produrre un "colossale rischio clinico". Il grido di aiuto proviene da oltre 100 operatori del pronto soccorso dell'ospedale di Cattinara che, attraverso una lunga lettera indirizzata alle istituzioni e alla cittadinanza, denunciano una situazione che dal punto di vista professionale viene definita "avvilente, deprimente e demotivante. Figli di un Dio minore".

Prima lo sfogo di Cominotto, poi la lettera

Dalle prime ore di oggi 8 novembre una bozza della missiva (quella in possesso di TriestePrima) aveva iniziato a circolare ma non tutti, tra medici ed infermieri, hanno potuto ancora sottoscriverla anche a causa di ovvie ragioni di lavoro. Una giornata che era iniziata con la durissima presa di posizione del direttore del pronto soccorso, Franco Cominotto. Il numero uno della prima linea di emergenza si era lasciato andare ad uno sfogo pubblicamente manifestato all'interno di un servizio della Tgr del Friuli Venezia Giulia andato in onda all'ora di pranzo, servizio che ha fatto andar su tutte le furie l'Azienda. La replica di Asugi, alle parole di Cominotto e degli altri operatori, dovrebbe arrivare nella giornata di domani 9 novembre. 

"Ci vergogniamo di fare i saltimbanchi"

Nella lunga lettera degli oltre 100 operatori del pronto soccorso, tra richieste di trasferimento e l'abbandono di diversi medici dal pronto soccorso di Trieste (dovrebbero essere otto in totale ndr), gli operatori si dicono stanchi. "Ci vergogniamo di continuare a fare i saltimbanchi tra le barelle mentre assistiamo impotenti agli anziani che, incasellati in quelle lettighe, perdono ogni forma di autonomia, spesso di dignità". Parole che pesano e che rappresentano, secondo quanto indicato nella lettera, "l'ultimo tentativo per chiedere a tutti, direzione sanitaria, politica, gente comune di mobilitarsi ed intervenire concretamente. Non vogliamo essere complici di questo stato di cose. Chi invece lascerà che tutto questo continui a scorrere, indifferentemente, da questo momento lo è”.

La presa di posizione dei sindacati

Sulla denuncia degli operatori non si è fatta attendere la reazione dei sindacati. “Siamo molto preoccupati – scrivono Fials, Cgil e Cisl - per le condizioni in cui gli operatori sono costretti quotidianamente a svolgere il loro delicato lavoro, ma a patto di interventi radicali, le condizioni non potranno che peggiorare ulteriormente. Da anni sentiamo parlare di potenziare il territorio, ma per il momento ci si è sempre fermati solo agli annunci”. Secondo le sigle sindacali le condizioni sono “estreme” e gli operatori non sono “compresi né ascoltati da chi dovrebbe intervenire per migliorare tali insostenibili situazioni. Non si trovano medici e infermieri? Ma chi può essere incentivato a lavorare nelle strutture pubbliche se queste sono le condizioni operative in cui si vengono a trovare, per non parlare poi degli stipendi, inadeguati per le tante responsabilità richieste”.

Anestesisti e Cinque Stelle

Anche la segreteria regionale del sindacato degli anestesisti e dei rianimatori (Aaroi) ha diffuso una nota a riguardo. "Il Pronto Soccorso è diventato di fatto una bomba pronta ad esplodere. Nonostante tutto questo, gli operatori continuano a garantire in mezzo a mille difficoltà. Senza garanzie e tutele per i colleghi professionisti siamo pronti ad aprire immediatamente lo stato di agitazione sindacale. Il tempo delle promesse e delle finte rassicurazioni è finito". Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale dei Cinque Stelle, Andrea Ussai. "Chiediamo che i vertici di Asugi, a partire dal direttore generale Poggiana, intervengano per dare risposte concrete e non si limitino a convocazioni e riunioni che non risolvono i numerosi e gravi problemi denunciati".  "Non ci sono più scuse per chi ormai governa la sanità da quasi cinque anni - afferma Caterina Conti del Pd -. E’ una situazione che denunciamo da settimane anche con iniziative pubbliche: ora le lamentele e i disagi dei cittadini non si possono più nascondere imbavagliando i professionisti, è il momento di ascoltarli sul serio".

La redazione di TriestePrima rimane a disposizione per ospitare la replica di Asugi

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