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Cronaca

Provincia, presentato il progetto "Scuole a prova di sisma"

Obiettivo è quello di innalzare gli standard di sicurezza degli edifici scolastici, attraverso l’applicazione di metodologie scientificamente avanzate, che risultano più efficaci rispetto a quelle tradizionalmente adottate

Innalzare gli standard di sicurezza degli edifici scolastici, attraverso l’applicazione di metodologie scientificamente avanzate, che risultano più efficaci rispetto a quelle tradizionalmente adottate. E’ l’obiettivo del progetto Scuole a prove di sisma avviato dalla Provincia di Trieste e illustrato oggi dall’assessore al patrimonio e edilizia scolastica Mariella Magistri De Francesco. “Gli edifici scolastici di pertinenza provinciale rispondono in generale alle norme di prevenzione e riduzione del rischio sismico disposte per legge nelle diverse epoche di costruzione per cui la norma in materia sempre in continua evoluzione impone di condurre delle verifiche secondo determinati standard.

Ma se oggi il progresso scientifico indica che questi standard non sono sufficienti ma che occorre effettuare le verifiche sismiche con un metodo diverso, avanzato, ecco che per garantire la migliore allocazione delle risorse pubbliche le Amministrazioni devono procedere immediatamente ad affiancare il nuovo metodo a quelli tradizionali” ha precisato De Francesco. “Scopo del progetto, nato dalla collaborazione stretta con lo staff del professor Giuliano Panza del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste, è quello di impostare un modello di indagine da estendere a tutto il patrimonio scolastico gestito attraverso il metodo neo-deterministico noto con l’acronimo  NDSHA basato sulla caratterizzazione geotecnica del suolo, l’analisi vibrometrica ed il calcolo dell’azione sismica”.

“Sebbene l’approccio probabilistico sia quello adottato dalle normative in vigore, c.d. NTC 2008, - ha spiegato il professor Panza - vi è una estesa messe di risultati sia teorici che sperimentali che portano a credere che tale metodo sia concettualmente errato, di illusoria precisione e di inutile articolazione. Sembra quindi doveroso, in vista della corretta allocazione delle risorse pubbliche, non attendere i lunghissimi periodi con i quali il normatore ha tradizionalmente recepito i risultati degli studi e delle ricerche, e procedere immediatamente all’affiancamento del metodo NDSHA ai metodi tradizionali, ormai evidentemente obsoleti.

Il progetto, avviato grazie a un contributo straordinario regionale, ha individuato due immobili, i più rappresentativi possibili del patrimonio gestito. Gli edifici sottoposti a detto metodo di verifica sono stati l’edificio di via Diaz-piazza Hortis che ospita gli istituti Carli e Nautico e l’immobile di via di Calvola, sede dell’istituto Nordio. “Sono stati individuati questi immobili per la loro localizzazione, la forma e le caratteristiche strutturali – ha detto de Francesco – ma in futuro tutte le scuole di istruzione secondaria superiore del territorio provinciale saranno oggetto del medesimo studio”.  Il metodo neo-deterministico (NDSHA) costituisce oggi lo strumento più avanzato per la stima della pericolosità sismica e consente una definizione del moto del suolo adeguata alla progettazione e alla pianificazione urbana. I dati e le informazioni che si traggono dall’applicazione di questo sistema permettono di adottare le migliori scelte progettuali  poiché permette di ottenere informazioni e dati sui quali affinare sin da subito le scelte progettuali necessarie a garantire l’adeguamento strutturale degli edifici.

E’ questo il caso dell’immobile di via Diaz-piazza Hortis per il quale i risultati dell’indagine sono stati depositati a fine giugno 2014. Nel corso del 2014 per detto immobile è stato sviluppato il progetto definitivo generale per il completamento delle opere di adeguamento alle norme in materia di agibilità, sicurezza ed igiene, ossia consolidamento strutturale, adeguamento alla normativa degli impianti elettrici e speciali, adeguamento alla normativa di prevenzione incendi, adeguamento alla normativa per il superamento delle barriere architettoniche, per complessivi 5,2 milioni di euro. Sulla base di questo progetto, per il quale sono stati già ottenuti i pareri, i nulla-osta e le autorizzazioni degli enti preposti l’Amministrazione provinciale ha inviato il 15 dicembre scorso, un’apposita domanda di contributo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. I risultati dell’indagine di fine giugno serviranno a tradurre quanto finora progettato sotto il profilo del consolidamento strutturale nella fase della progettazione esecutiva.

Per ulteriori informazioni, lo studio Validazione strutturale di Paolo Rugarli è consultabile sul sito https://www.epc.it/Prodotto/Editoria/Libri/Validazionestrutturale/2120

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