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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via Flavia

Rapinati e sequestrati in via Flavia: quattro arresti

Scoperta dai Carabinieri la rapina alla famiglia Stransciach. Eseguite due misure cautelari. Nel corso delle perquisizioni arrestato un terzo soggetto per stupefacenti

Nella mattinata di oggi 3 giugno, i Carabinieri del Nucleo Investigativo, a conclusione di una prolungata attività investigativa, hanno eseguito due misure cautelari degli arresti domiciliari disposte dl G.I.P. del Tribunale di Trieste nei confronti di uno (R.M.) dei responsabili della rapina perpetrata la scorsa estate nell’abitazione dei coniugi Stransciach e di uno dei ritenuti ricettatori (M.K.).

Altre due custodie cautelari non sono state eseguite poiché i destinatari (S.R. e V.K.) si trovano all’estero, tra Bosnia e Serbia.

Un quinto soggetto (M.B.) è indagato a piede libero per avere ricoperto un ruolo minore nella vicenda.

Il 25 agosto scorso i due anziani coniugi erano stati sequestrati e rapinati all’interno della loro abitazione nella periferia di Trieste. I rapinatori, due giovani stranieri, dopo averli immobilizzati con nastro adesivo da imballaggi, averli minacciati con una pistola e aver malmenato l’uomo, avevano sottratto numerosi preziosi, per un valore di diverse migliaia di euro.  pistola sequestrata-2

Nel corso del sopralluogo gli addetti ai rilievi tecnici del Nucleo Investigativo avevano recuperato il nastro con il quale i malviventi avevano legato le vittime e, in un’area boschiva sul retro dell’abitazione, avevano rinvenuto un giravite, due cappellini e una pistola di colore argento del tipo “a salve”.

Dai riscontri effettuati sull’arma, i Carabinieri sono riusciti a risalire a V.M., cittadina serba 32enne residente a Trieste. La pistola risultava infatti esserle stata sequestrata e successivamente restituita nell’ambito di un’altra indagine. 

L’analisi dei circuiti relazionali della donna, incrociati con quelli delle vittime, hanno consentito di orientare le attività d’indagine, nei confronti dei dei soggetti coinvolti, a vario titolo e con diversi ruoli, nella rapina e nella successiva ricettazione della refurtiva.

La rapina è stata materialmente commessa da S.R., bosniaco classe 1985 e un complice allo stato non compiutamente generalizzato, che risultano essere fuggiti in Bosnia immediatamente dopo i fatti.

La pianificazione del reato è stata resa possibile grazie alle informazioni fornite da M.B., croato, e R.M., serbo, entrambi classe 1986, ex dipendenti dell’azienda di famiglia delle vittime, licenziati nel 2014 a causa di contrasti in ambito lavorativo.

R.M. ha anche partecipato attivamente alla rapina facendo da “palo”, proprio in virtù del fatto che conosceva le abitudini delle vittime. Non a caso, i rapinatori hanno agito pochi minuti dopo che la donna ha lasciato la casa dei genitori dove ogni giorno si reca a pranzo, per poi tornare al lavoro nell’azienda familiare, non distante dall’abitazione delle vittime.

Le attività investigative hanno inoltre consentito di chiarire il ruolo di altri due indagati, V.M. e M.K.

La prima ha fatto da “basista”, custodendo la refurtiva e il secondo, cittadino serbo che vive a Trieste, si è occupato della ricettazione dei monili immediatamente dopo la rapina.

Nel corso delle operazioni di perquisizione conseguenti agli arresti odierni, è stato tratto in arresto un terzo soggetto, P.M., triestino, del ‘72, (estraneo alla rapina), per produzione e coltivazione di canapa indiana (sequestrate 40 piante, 170 grammi di marijuana,  oltre agli strumenti necessari per la lavorazione), che era convivente nello stesso appartamento di R.M., ovvero il “palo” della rapina.

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