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Giovedì, 18 Aprile 2024
Triestini di successo

L'architetto degli ospedali di Emergency: "Vorrei realizzare un progetto per i migranti a Trieste"

Raul Pantaleo, di origini giuliane, insegna all'Università degli Studi di Trieste e domani 15 marzo è atteso in centro per un evento di beneficienza. Ha firmato il Centro di cardiochirurgia Salam in Sudan, il Centro di chirurgia pediatrica in Uganda e strutture in Nicaragua, Darfur, Afghanistan, Iraq e Kenya. "Vado spesso in bici in Carso, vorrei realizzare qualcosa per chi percorre la rotta balcanica"

TRIESTE - Ha progettato buona parte degli ospedali costruiti da Emergency nel mondo, sia in zone di guerra che in Italia, ha collaborato con Renzo Piano e Gino Strada e il suo lavoro è guidato da un'idea di "architettura umanitaria", volta ad abbattere le disuguaglianze sociali e "costruire un mondo migliore". Parliamo dell'architetto Raul Pantaleo, insegnante all'Università di Trieste e nato a Milano da genitori triestini che domani, mercoledì 15 marzo, sarà presente al ristorante Mimì e Cocotte per l'evento benefico "100 cene per Emergency". Pantaleo è cofondatore dello studio TAMassociati, con sede a Venezia e succursale a Trieste, che ha realizzato, tra le altre opere, il Centro di cardiochirurgia Salam per Emergency in Sudan, il Centro di chirurgia pediatrica di Emergency in Uganda (assieme a Renzo Piano) e strutture in Nicaragua, Darfur, Afghanistan, Iraq, Kenya, così come in altri paesi. In Italia ha progettato la Banca Popolare Etica a Padova e strutture a Napoli, Castel Volturno, Marghera e Polistena, oltre a Casa Emergency nel capoluogo lombardo. 

La missione dello studio

Da quasi cinquant'anni lo studio TAMassociati ha deciso di sposare l'idea di un'architettura 'dal volto umano', collegata a progetti umanitari e di valenza sociale, facendone la loro principale attività e missione. "Già dagli anni Novanta - spiega Pantaleo - abbiamo deciso di coniugare le nostre passioni civili con la nostra professione. Abbiamo in pratica inventato un mestiere e adesso l'architettura umanitaria è un fenomeno riconosciuto. La biennale del 2016, in cui siamo stati curatori del padiglione Italia, ha messo in luce questo modo di fare architettura. Per noi è importante iniziare ad intercettare soggetti che costruiscono percorsi virtuosi per immaginare un mondo migliore: ong, cooperative e realtà come Banca etica", con la volontà di "far capire che la bellezza e la qualità del progetto di architettura poteva rendere i luoghi di accoglienza più adatti alla cura poiché, citando Gino Strada, un ospedale deve essere 'scandalosamente bello". Oltre ad un'attenzione particolare per la sostenibilità e l'efficienza, viste le risorse naturali spesso scarse dei paesi dove sorgono questi ospedali, nella visione di Pantaleo il ruolo della bellezza in architettura è fondamentale. "Questi luoghi devono essere belli perché accolgono persone che soffrono per guerra e povertà, oltre alla malattia. Un ospedale è la prima cosa che vedono e, se è bello e accogliente, questo è parte della cura e ispira fiducia. E' evidente nel ricco occidente, e in quei contesti è uno 'scandalo', questa è la grande intuizione di Gino Strada".

L'incontro di domani

Domani, a Trieste, Pantaleo presenterà i vari progetti di Emergency, tra cui ANME, la rete sanitaria che intende promuovere la nascita di centri medici di eccellenza in Africa, oltre all'attività della nave Life Support, recentemente varata, che dallo scorso dicembre ha portato a termine tre missioni di salvataggio nel Mediterraneo, portando in salvo oltre 400 migranti. "Temiamo che la pressione - spiega l'architetto -, sia sul Mediterraneo che sulla rotta balcanica, si intensificherà, e si è già accentuata negli ultimi tempi dopo il terremoto in Turchia e in Siria, che ha colpito zone già fragili a causa della guerra". Parlando del suo stretto rapporto con Trieste, l'architetto dichiara che "mi piacerebbe molto realizzare un progetto qui, anche se non c'è mai stata occasione. Vado spesso in bici in Carso e vedo le tracce lasciate dai migranti della rotta balcanica. Uno dei miei sogni è realizzare qui una casa per le persone che seguono questo drammatico percorso". 

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