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Lunedì, 11 Dicembre 2023
Lavori pubblici

Cabinovia: bocciato il referendum per il no

Per la commissione: "L'interesse è al di là dell'ambito comunale, ma è nazionale ed eurounitario". Le motivazioni parlano anche di tempi non compatibili con quelli del Pnrr

La Commissione dei Garanti "boccia" all'unanimità il referendum contro l'ovovia per diverse motivazioni, ritenendolo "inammissibile". Tra le motivazioni che hanno portato all’inammissibilità si rileva che “l’indizione di un referendum consultivo in ambito comunale è consentita a condizione che riguardi una materia nella quale l’ente locale, che indice il referendum, sia dotato di competenza esclusiva”, esclusività che non può essere affermata poiché il progetto rientra tra gli impegni che il Governo Italiano ha assunto in relazione alla programmazione ricadente nel PNRR. Nello specifico “si rende evidente che vi è una proiezione dell’interesse ben al di là dell’ambito comunale, come richiede l’art.8 dello Statuto del Comune di Trieste, estendendosi a quello nazionale ed eurounitario”.

Le motivazioni

Si evidenzia inoltre “la tardività dell’iniziativa referendaria rispetto all’impegno assunto dal Comune nell’ambito del PNRR e conseguentemente dello Stato italiano, verso i finanziatori europei”. Ancora si precisa che “I tempi occorrenti per la consultazione referendaria e gli effetti stabiliti dal regolamento del Consiglio comunale non appaiono compatibili con le tempistiche imposte per la realizzazione del progetto dagli atti eurocomunitari e statali”. In sostanza, “l’inserimento dell’opera nel PNRR determina una stringente tempistica per la sua attuazione, con la conseguenza che, nel caso specifico, la valutazione di ammissibilità della consultazione non assume valore neutro, potendo invece tradursi in ostacolo alla realizzazione del progetto e ciò indipendentemente dall’esito della consultazione”.

La storia

I promotori del referendum, in primisi il Comitato No Ovovia, avevano già depositato le prime 900 firme in Comune per l'avvio dell'Iter e in seguito la Commissione aveva imposto un cambio del quesito referendario, da "Volete voi che sia realizzato il progetto per la cabinoviametropolitana Trieste-Porto Vecchio-Carso?” a “Siete Voi contrari alla realizzazione del progetto per la cabinovia metropolitana Trieste-Porto Vecchio-Carso?”.

Si ricorda che lo scorso febbraio il Comune aveva anticipato con una variazione di bilancio il costo della progettazione relativa alle opere in Porto vecchio, tra cui la cabinovia, che dovrà essere realizzata entro il 2026, prima dell'effettiva disponibilità dei fondi del Pnrr. In quell'occasione l’assessore Bertoli aveva smentito la volontà di ‘dribblare’ il referendum e aveva dichiarato che l'intenzione era quella di “rientrare nei tempi previsti e non dover restituire i soldi all’Unione Europea".

La reazione di Adesso Trieste

Così Kevin Nicolini di Adesso Trieste, una delle forze politiche d'opposizione da sempre contrarie al progetto: "Un'altra occasione di vera democrazia che si dissolve nell'alveo della burocrazia. Un'altra scelta calata dall'alto sulla testa delle persone. Un altro insanabile strappo tra persone e istituzioni. Noi non arretriamo di un passo".

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