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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Referendum Province autonome di Trieste e Grande Friuli, al via la raccolta firme in città

Conferenza stampa dei promotori, i consiglieri comunali Roberto De Gioia (Psi), Franco Bandelli (Un'altra Trieste) e Paolo Rovis (Trieste Popolare)

Non e' uno slogan o uno sporadico episodio elettorale, questa iniziativa nasce da un gruppo di Sindaci friulani che non si trovano in periodo pre-elettorale e quindi non ha nessun fine immediato se non quello di portare ad una riforma istituzionale della Regione che parta dal basso, dalle esigenze del territorio e dei cittadini.

Una proposta chiara ed inequivocabile: dare a questa Regione un assetto istituzionale e organizzativo uguale a quello del Trentino - Alto Adige, con due Province Autonome, quella di Trieste e quella del Friuli, come Trento e Bolzano.

Un progetto ampiamente già proposto con forza dagli autonomisti triestini ma che in passato non ha trovato la giusta attenzione in quanto proposto da una sola parte della Regione, e cioè da Trieste, la grande novità e che ora a proporlo sono i Friulani che si sono attivati proponendo un referendum, anzi due, uno per abolire le UTI e uno per proporre le due Province Autonome.

Davanti a questa iniziativa Trieste non poteva certo restare a guardare, in un momento come questo.

Non è pensabile che Trieste ed il Friuli, se impegnati in una corsa solitaria o se posti in contrapposizione, possano aver successo, mentre una proposta di riforma complessiva ha sicuramente maggiori vantaggi e maggiori possibilità di essere accolta.

La proposta friulana individua un percorso autonomista per Trieste al fine di valorizzarne il suo ruolo portuale ed internazionale.

Noi non possiamo  pensare che siano altri, da soli, ad essere impegnati a portare avanti un progetto che riguarda anche la nostra città, stiamo tra l'altro parlando di un progetto che i triestini hanno inseguito per lungo tempo ma senza alcun risultato.

Ecco il motivo per il quale alcune forze politiche locali si sono assunte l'onore e l'onere di affiancare in città il lavoro di chi porta avanti l'iniziativa nel resto del territorio regionale, iniziativa questa che comunque non ha alcun marchio politico e rimane aperta al contributo di tutti i soggetti, movimenti e persone che condividono tale ipotesi di riforma. 

Cinquecento sottoscrizioni sono necessarie per promuovere i referendum, e premesso che sarebbero state raccolte senza grandi sforzi in quanto sono già in corso le raccolte firme a Pordenone, Udine e Gorizia, ci sembrava opportuno che anche Trieste desse il suo contributo magari con delle firme importanti e di peso.

Il fatto che ci siano delle forze politiche che sostengono questa iniziativa, forze come si nota trasversali, e' un segnale importante che non va sottovalutato.

Quello della Provincia Autonoma che è stato un tema prevalentemente portato avanti dalle forze autonomiste e vicine al centrodestra, con la proposta della Città Metropolitana, portata avanti da Un'Altra Trieste, appare con evidenza una richiesta comune, bipartisan, per arrivare ad un'organizzazione territoriale che valorizzi e sfrutti le diverse peculiarità territoriali.

Da qui l'assunto che il progetto che mira alle due Province autonome non è in contrasto con la proposta della Città Metropolitana in quanto poi ogni provincia potrà darsi la struttura istituzionale che preferisce. Intanto però si supera la questione dei Comuni minori, che di Città Metropolitana non ne vogliono sentir parlare, mentre rimane viva la Provincia (non quella attualmente in liquidazione) che, rafforzata dalla potestà legislativa, finanziaria ed amministrativa, potrà meglio svolgere il ruolo di equilibrio con le minoranze etniche presenti sul suo territorio e consentire alla città e al territorio circostante uno sviluppo armonico ed incondizionato.

Sul piano finanziario il progetto prevede che lo Stato riconosca una compartecipazione al gettito di tutte le entrate tributarie e comunque non inferiore ai nove decimi (ora sono sei) e porta anche ad un risparmio dei costi della politica in quanto il Consiglio Regionale e' formato dagli stessi Consiglieri Provinciali.

Quella che ora si promuove è una raccolta di cinquecento sottoscrittori che in pratica si faranno carico di essere i promotori dei due referendum a cui, se dichiarati ammissibili, seguirebbe la raccolta delle quindicimila firme necessarie.

Roberto de Gioia

Franco Bandelli

Paolo Rovis

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