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Cronaca

Salute, lavoro, famiglia e territori: la giunta Fedriga tira le somme del 2020

Sono questi i quattro "pilastri" sui quali si è concentrata l'attività dell'amministrazione del Friuli Venezia Giulia

Ci sono eventi capaci di cambiare il corso della Storia, dei governi e delle aspettative future della collettività. La consueta conferenza di fine anno organizzata dalla regione Friuli Venezia Giulia, per tracciare il bilancio di un 2020 “estremamente complicato a causa della pandemia”, ha messo in luce le manovre che la giunta Fedriga ha portato avanti e fatto emergere, al netto degli interventi degli assessorati competenti, una viva preoccupazione per la situazione che si presenterà da gennaio in poi tra l'operazione vaccini e l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund. 

L'emergenza e i quattro pilastri

Un anno segnato in maniera irreversibile dall’esplosione del Coronavirus alla quale sono seguite fasi di pronta risposta della macchina amministrativa, tra quell’incertezza provocata da una pandemia della quale si sapeva ben poco, da un fitto lavoro di squadra, da alcuni scivoloni durante il lockdown ma, nel complesso, da una gestione della crisi che i corregionali hanno giudicato buona. Salute, famigllia, lavoro e territori, questi i quattro "pilastri" sui quali è stata impostata l'azione della giunta Fvg. 

"Il periodo più difficile della storia recente del Fvg"

“Abbiamo dovuto rivedere tutte le cose che fino a qualche mese davamo per scontate e che oggi non lo sono più” così Massimiliano Fedriga nell’introduzione alla conferenza. Se i cittadini hanno subito restrizioni in molti campi, anche le pubbliche amministrazioni “si sono dovute mettere in discussione”. Tra una risposta sanitaria “necessaria” e l’aiuto alle imprese, la giunta del Friuli Venezia Giulia ha dovuto fare i conti con un’emergenza che, nelle parole del vicegovernatore Riccardo Riccardi, è stata ricordata come “il periodo più difficile nella storia di questa regione almeno dal terremoto del 1976”. 

Gli interventi nel dettaglio: leggi l'articolo

Sanità, famiglia, lavoro e territori

Il Coronavirus ha stravolto la quotidianità e rimescolato le carte sul fronte della gestione dei governi nel 2020. Tra gli interventi di maggior impatto è stato ricordato l’aumento di 400 posti letto nel sistema sanitario regionale, la redazione del testo unico per la famiglia, una volontà di dare vita ad una imponente opera di digitalizzazione della macchina amministrativa, la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, e le svariate politiche nei confronti del territorio.  

Gli aiuti alle imprese

Azioni che, inserite nel drammatico contesto dell’emergenza sanitaria, hanno puntato a dare “consistenti aiuti” alle categorie colpite dalla crisi e che, nonostante corrispondano ad una delle cifre più alte stanziate in proporzione al numero di abitanti, come ha ricordato lo stesso Fedriga, “non sono esaustivi delle perdite che abbiamo avuto. Il nostro impegno economico è mirato a far sì che qualche ristoratore in più possa riaprire la saracinesca: questo è ciò che ci preoccupa maggiormente”.

Operazione vaccini

Tra le manovre per spostare le sedi della Regione in Porto vecchio e i “grandi piani di investimenti sul turismo, sulla Protezione Civile, sul digitale, sull’ambiente e sulla cultura”, il presidente Fedriga ha fatto sapere che in merito alla tanto attesa operazione vaccini “le prossime dosi potrebbero arrivare già il 30 e 31 dicembre: noi siamo pronti ma abbiamo bisogno di certezze ed al momento da parte del Governo non abbiamo ricevuto alcuna indicazione". 

Next Generation e il rapporto con Roma

Sottolineando come “a conferma arrivata apriamo l’agenda vaccinale così da poter tornare a riacquisire quei diritti che devono tornare ad essere garantiti”, l’esponente leghista ha concluso la conferenza di fine anno con una riflessione sul post pandemia. “Siamo molto preoccupati – così Fedriga – ma siamo pronti per affrontare questa sfida con forza e consapevolezza. Quello che va fatto capire è che se nel Next Generation UE verranno fatte scelte distanti dagli enti locali, allora si vanificherà il lavoro dei territori. Anche per questo vanno rivisti i patti finanziari con Roma che dovevano essere registrati entro il 30 settembre: non possiamo, malgrado il miglioramento regionale, uscirne sempre penalizzati”.

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