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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Regione: «Taglio vitalizi ex consiglieri va affrontato senza demagogia»

Lo afferma il consigliere regionale Pietro Paviotti, capogruppo dei Cittadini

«Il taglio dei vitalizi degli ex consiglieri regionali è una questione seria che va affrontata senza demagogia, senza farsi trascinare da un populismo di facciata che punta più al ritorno mediatico che alla sostanza».

Non usa giri di parole il consigliere regionale Pietro Paviotti, capogruppo dei Cittadini, per rispondere alla "provocazione dei colleghi del Movimento 5 stelle, che in questa fase sembrano più concentrati a ricercare un titolo sui giornali piuttosto che una proposta che vada a completare quanto di buono abbiamo già fatto in questa legislatura rispetto al tema dei privilegi legati alla politica».

«Mi riferisco - ha sottolineato Paviotti - al fatto che non va dimenticato che uno dei primi provvedimenti presi dall'attuale Consiglio regionale è stata l'abolizione del vitalizio a partire già dalla legislatura in corso. Un sistema che aveva profili di non accettabile privilegio. I nodi da risolvere, dunque, si riferiscono al passato, ma se davvero vogliamo ottenere un risultato, evitando che la magistratura sia chiamata in causa dai probabili ricorsi di ex consiglieri regionali e annulli il taglio che decideremo di applicare ai vitalizi, va trovata una soluzione di fronte alla quale il giudice chiamato in causa non possa non valutarne l'equilibro e il buon senso. Proporre un taglio netto senza argomentazioni, se non quelle funzionali alla visibilità politica, è poco serio e non troverà mai l'approvazione del nostro movimento civico».

«Quello che ci interessa è intervenire veramente sulle due categorie di ex consiglieri regionali ancora collegati al vitalizio, ovvero quelli che già lo percepiscono e quelli che ne hanno maturato il diritto secondo la vecchia normativa, ma che ancora non ricevono l'assegno per questioni anagrafiche. La bozza di riforma sulla quale si sta confrontando il gruppo di lavoro trasversale alle forze politiche del Consiglio sulla riduzione dei vitalizi si articola in vari punti: innanzitutto va innalzata da 55 a 65 anni l'età minima per ricevere il vitalizio e allo stesso tempo va applicata, secondo un criterio di progressività e per i prossimi tre anni, una riduzione mensile dell'assegno. E in che termini è presto detto: 6% se l'ammontare mensile lordo è pari o inferiore a 1.500 euro; 9% se l'ammontare mensile lordo è superiore a 1.500 euro e sino a 3.500 euro; 12% se l'ammontare mensile lordo è superiore a 3.500 euro e sino a 6.000 euro; 15% se l'ammontare mensile lordo è superiore a 6.000 euro. Le percentuali di riduzione previste sono maggiorate del 40% se il beneficiario dell'assegno percepisce un altro assegno vitalizio erogato dal Parlamento europeo o da quello italiano».

«Ma c'è di più. I Cittadini hanno proposto altre due ulteriori decurtazioni dei vitalizi: la prima legata all'età anagrafica di chi già percepisce l'assegno (più si è lontani dalla nuova età minima dei 65 anni è più aumenta la percentuale del taglio da applicare, chiedendo così un maggiore contributo di solidarietà a quegli ex consiglieri poco più che cinquantenni che oggi usufruiscono del vitalizio), la seconda legata a qualsiasi eventuale incarico pubblico retribuito, incrementando così il taglio aggiuntivo già previsto per il cumulo di assegni vitalizi».

«Esiste infine - ha concluso Paviotti - il problema della cosiddetta reversibilità dell'assegno, rispetto alla quale il nostro movimento ha un importante correttivo: premesso che le pensioni di reversibilità subiranno una decurtazione per effetto del taglio sull'assegno base così come per tutti gli ex consiglieri ancora in vita, va prevista l'abolizione degli assegni oggi a favore dei figli e dei coniugi more uxorio. Per quanto riguarda quest'ultimo caso, almeno fino a quando la legge nazionale non regolamenterà adeguatamente le convivenze».

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