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Direzione Investigativa Antimafia

Antimafia, l'ombra della Camorra a Trieste: la relazione semestrale della Dia

Nel capoluogo giuliano non vengono rilevate presenze stabili di tipo mafioso ma è emersa la presenza di proiezioni di sodalizi appartenenti alla criminalità campana, attivi nel traffico di stupefacenti. Così il report della Dia nei primi sei mesi del 2021, che cita anche organizzazioni criminali attive nell'immigrazione clandestina sulla Rotta balcanica

Nella provincia di Trieste non si registrano presenze stabili di tipo mafioso ma è emersa la presenza di proiezioni di sodalizi appartenenti alla criminalità campana, attivi nel traffico di stupefacenti e nell'impiego e investimento di capitali accumulati illegalmente. Lo rileva la relazione semestrale del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività della Dia nel primo semestre del 2021.

Le principali operazioni a Trieste

La relazione cita la misura di prevenzione patrimoniale eseguita dalla Dia di Trieste insieme al comando operativo di Napoli e alla Guardia di finanza il 30 e 31 marzo nei confronti di un pregiudicato campano legato al clan Formicola. In questo contesto sono stati sequestrati beni per un valore complessivo stimato di 4,5 milioni di euro. La persona condannata nel gennaio 2021 per autoriciclaggio e altri reati insieme ad altri due sodali era inserita in un’impresa che aveva acquisito la Depositi Costieri (già interessata da un provvedimento del prefetto nel 2017).

Si ricorda anche il sequestro preventivo di 21 immobili da parte della Gdf il 9 febbraio 2021. Sono stati in questo caso indagati per evasione fiscale due coniugi di nazionalità bosniaca, che avevano trasferito denaro all’estero sul conto di due società in Macedonia del Nord.

Nel settore del traffico illecito di prodotti petroliferi la Guardia di Finanza ha sequestrato, nel semestre in esame, 14 complessi veicolari e 440mila litri di prodotto petrolifero, in prevalenza gasolio, irregolarmente introdotto in Italia. Il danno per l’erario è stato quantificato in oltre 380mila euro, con sanzioni per quattro milioni di euro. A tal proposito viene citato il sequestro preventivo di beni per circa 59 milioni di euro nel giugno del 2021 dalla guardia di finanza di Trieste e Napoli. Nella provincia di Gorizia sono stati riscontrati reati legati agli stupefacentie nella gestione e smaltimento illecito di rifiuti.

Il rischio di infiltrazione mafiosa in Fvg

In merito alla regione in generale, la Dia mette ancora una volta in guardia dal rischio di infiltrazione mafiosa. In particolare, il procuratore generale Dario Grohmann, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario aveva riferito che "la grande crisi economica conseguente alla pandemia ha di fatto temporaneamente raffreddato anche tentativi di infiltrazione criminale", ma attualmente "in una situazione di generale difficoltà sociali ed occupazionale molti operatori economici non potranno tenere credito dei canali legali ed è quindi altamente probabile che saranno vaccinati dalle organizzazioni criminali". È stato creato quindi l'Osservatorio regionale antimafia, con funzioni di studio e monitoraggio, che ha messo in luce l'esistenza di proiezioni sul territorio regionale delle mafie tradizionali nella maggior parte dei casi orientata in attività di riciclaggio.

Rotta balcanica e immigrazione clandestina

Da segnalare poi il coinvolgimento delle organizzazioni criminali nell'immigrazione clandestina lungo la rotta balcanica, che porta sul territorio migranti di nazionalità principalmente pachistana, afghana e siriana. Il problema dell'immigrazione clandestina, come dichiara il procuratore capo De Nicolo, "resta uno dei problemi maggiori per tutte le amministrazioni dello Stato coinvolte" e che rimane "irrisolto il problema amministrativo dei rimpatri per i soggetti privi di documenti internazionali validi, nonché il respingimento alla frontiera che, sebbene previsto da accordi bilaterali, in assenza di un quadro normativo chiaro ed univoco, espone le forze di polizia, operanti nel settore dell'emigrazione, ma situazione di imprevedibile e intollerabile responsabilità".

I reati dei clan stranieri

Dalla relazione emerge poi che i sodalizi stranieri si sono concentrati soprattutto sul traffico di droga: quelli di matrice nigeriana hanno sviluppato una "specializzazione" nel traffico di eroina e cocaina, i gruppi pachistani, afghani e maghrebini di marijuana e hashish, mentre la criminalità albanese si manifesta con sia con narcotraffico che con reati contro il patrimonio. Lo sfruttamento della prostituzione, invece, viene principalmente praticato da cinesi thailandesi e nigeriani, mentre la criminalità cinese si dedica soprattutto a rapine ed estorsioni interne alla sua stessa comunità etnica. Inoltre, i controlli della Guardia di Finanza ai confini con la Slovenia verso stranieri dall'est Europa hanno riscontrato un incremento del traffico illecito di denaro non dichiarato soprattutto in entrata. Negli ultimi anni è aumentato anche il traffico illecito di prodotti petroliferi.

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