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Cronaca Istria e Litorale

Fiume di denaro "sporco" riciclato a due passi da Trieste: nei guai una 68enne

Undici società fittizie, 22 conti bancari, accuse sia in Italia che in Slovenia che vanno dal riciclaggio di denaro all'estorsione, truffa, usura ed associazione a delinquere. Le società operanti anche in Croazia e Senegal

Una 68enne italiana residente in Emilia Romagna è stata denunciata alla Procura di Capodistria con l'accusa di aver riciclato oltre 126mila euro su conti collegati ad undici società fittizie ed aperti presso diversi istituti bancari del Litorale tra il 2014 ed il 2016. Il denaro depositato in Slovenia avrebbe rappresentato solo una piccola parte di un giro d'affari proveniente da presunte attività criminali transfrontaliere - in Italia la donna risulterebbe accusata anche di evasione fiscale, estorsione e frode, usura, truffa ed associazione a delinquere - capaci di fruttare alle casse dell'azienda qualcosa come 3 milioni e 400mila euro. 

Il giro d'affari

La società finita nel mirino degli investigatori (che avrebbe operato anche in Croazia e Senegal, oltre che come menzionato in Slovenia ed Italia) avrebbe potuto contare su una fitta rete di lavoratori che, travestendosi ufficialmente da dipendenti delle stesse attività gestite dalla 68enne, avrebbero in realtà avuto delle complicità nelle attività illecite. Tuttavia, sempre secondo quanto trapela da Capodistria, le suddette persone non risulterebbero essere indagate in Slovenia. 

Come avrebbero operato

Il modus operandi sarebbe stato quello riconducibile ad operazioni "care" alla criminalità organizzata. Le società fittizie, infatti, sarebbero state utilizzate per riciclare del denaro ottenuto da attività illecite, grazie a qualcosa come almeno 22 conti bancari e sui quali veniva depositato il denaro di dubbia provenienza; a quel punto si sarebbe resa necessaria l'apertura di società e relativi conti sloveni. Proprio da uno di questi sarebbero usciti i 126mila euro destinati ai "dipendenti" fasulli. 

Le indagini

Tra le attività fondate e gestite dalla 68enne, una di esse aveva sede in Italia e avrebbe visto depositi di denaro provenienti dagli altri conti delle banche del Litorale. Un giro di soldi "sporchi" ricostruito dagli investigatori sloveni che hanno portato a conclusione le indagini nei primi giorni di dicembre di quest'anno, anche grazie alla collaborazione delle autorità italiane. Al momento non si conoscono ulteriori dettagli dell'operazione (tranne la regione di residenza della donna e le pesanti accuse mosse dalla giustizia dei rispettivi Paesi), né se la città di Trieste risulterebbe in qualche modo coinvolta, vista la vicinanza al Litorale istriano.

Le accuse

Contattata telefonicamente da TriestePrima, la Guardia di Finanza del capoluogo del Friuli Venezia Giulia ha riferito di non saperne nulla, così come le altre forze dell'ordine con base a Trieste. In ragione di quanto riportato dalla polizia di Capodistria, la donna di 68 anni rischierebbe, secondo l'accusa della Procura slovena, fino a otto anni di carcere. 

La notizia subirà aggiornamenti


 

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