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La protesta / Piazza Carlo Goldoni

La rabbia dei rider di Just Eat: "Noi, sfruttati e con paghe da fame per un mestiere pericoloso"

Il presidio è stato organizzato dal gruppo Riders Union Trieste e da Usb. Nel mirino dei lavoratori il nuovo contratto, che prevedrebbe stipendio e tutele a ribasso rispetto al contratto nazionale

I riders di Just Eat scendono in piazza per protestare contro il nuovo contratto, che prevedrebbe una paga oraria inferiore e tutele ancora minori rispetto al contratto collettivo nazionale. Qualche decina di lavoratori si è trovata questo pomeriggio in piazza Goldoni per un presidio, organizzato da Riders Union Trieste e Usb.

“Dopo lo sciopero del 26 marzo dell’anno scorso – dichiara una esponente di Riders Union -abbiamo ottenuto questo contratto con Just Eat, ma dopo la contrattazione con l’azienda i sindacati hanno firmato un contratto che prevede una paga più bassa di quando lavoravamo a cottimo e anche rispetto al contratto collettivo nazionale dei riders che risale al 2018. Adesso siamo pagati 7,50 euro di trattamento ordinario più un euro, quindi 8,50. Gli straordinari vengono applicati solo sui 7,50 euro con maggiorazione del 10% mentre il contrato nazionale prevede il 18%”.

Gli svantaggi non si applicherebbero solo alla retribuzione: “Ora abbiamo la malattia ma di fatto il mezzo è a carico nostro – spiega un lavoratore - mettiamo noi il rischio d’impresa e i rimborsi non sono sufficienti a pagare il mezzo e la benzina scooter. L’assicurazione, inoltre, copre soltanto i danni a terzi, se ci facciamo male non c’è risarcimento, e ricordiamo che questo è un lavoro pericoloso. I contratti sono da 10 a 15 ore, e il resto straordinari. I colleghi si stanno tutti licenziando e poi vengono sostituiti con altri a contratti di 10 ore. All’azienda conviene così”.

Sembrerebbe infatti che negli ultimi mesi la flotta si sia dimezzata, ma i manifestanti precisano che “Anche se lavorando a cottimo guadagnavamo di più non vogliamo tornare indietro perché i turni di lavoro erano massacranti e le tutele carenti. L’ideale sarebbe un contratto da 30 o più ore con una paga dignitosa”.

Massimiliano Generutti di Usb dichiara infine che: “Se prima Ugl era riuscita a sancire il lavoro a cottimo la Cgil Cisl e Uil sono riusciti a sancire tutta la povertà di un contratto in deroga, quindi una paga oraria minore. Inoltre hanno sancito i mezzi a carico del lavoratore, quindi sono riusciti a entrare in un nuovo tunnel di povertà che i lavoratori non si meritano, perché in pandemia hanno reso la vita migliore a tutti portando alla gente quel pezzo di ristorazione che nessuno avrebbe raggiunto. Stiamo ragionando ora su una piattaforma che riporti al centro gli elementi della paga esattamente come la prevede il contratto collettivo, oltre ai costi del mezzo sull’azienda. Non possiamo condannare queste persone alla povertà”.

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