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Cronaca Muggia

Rigassificatore: "perche' Gas Natural non Replica alle nostre Analisi ? "

Riceviamo dal Tavolo Tecnico Rigassificatori di Trieste e pubblichiamo:Lettera collegiale del Tavolo Tecnico Rigassificatori di Trieste.Oggetto: Rigassificatore di Zaule: note sulle relazioni della Nomisma e del Registro Navale Italiano fornite da...

Riceviamo dal Tavolo Tecnico Rigassificatori di Trieste e pubblichiamo:

Lettera collegiale del Tavolo Tecnico Rigassificatori di Trieste.

Oggetto: Rigassificatore di Zaule: note sulle relazioni della Nomisma e del Registro Navale Italiano fornite da Gasnatural.

Dai riscontri che abbiamo, l'Opinione pubblica attenta al progetto del rigassificatore ha notato come Gasnatural non abbia mai replicato alle analisi tecniche della ventina di ricercatori e docenti del Tavolo tecnico dei Vigili del Fuoco della UIL, che hanno individuato nel progetto dati e relazioni non corrispondenti alla realtà (per i dettagli, vedere qui: https://www.uilvvf.fvg.it/disamine_tavolo_rigassificatori_ts.zip).

Ora Gasnatural ha fornito una relazione della società Nomisma ed un'altra del Rina (Registro Navale Italiano). Vediamole in breve. Notoriamente, Nomisma venne organizzata scientificamente 30 anni fa da Romano Prodi.
Molti di noi ne sono estimatori, ma il pubblico deve sapere che quella società non spende il proprio nome a garanzia della sicurezza di Trieste e della tutela ambientale del Golfo (né lo potrebbe fare, perché non ha competenze in merito).

Nomisma ha trattato - legittimamente, a pagamento - solo aspetti economici; dal punto di vista burocratico, il progetto aveva infatti le carte ambientali e di sicurezza già in regola, Nomisma non poteva che prenderne atto e passare agli aspetti di propria competenza.

Siamo noi, tutti noi che ci siamo in mezzo, che dobbiamo ricordare come le carte approvate a Roma non presentino e valutino le vere situazioni di rischio, per l'uomo e per il Golfo (i lettori lo possono verificare personalmente attraverso il sito citato) e che è questo il grave problema della città e del suo mare.

Davvero qualcuno non ha ancora capito che i progettisti hanno dribblato in tutti i modi la verifica dell'Effetto domino (la compatibilità con altri impianti pericolosi)?
E omesso di valutare a fondo il rischio per i quartieri residenziali in zona?
Non solo, hanno sbagliato e inventato i dati meteomarini utilizzati per calcolare la manovrabilità in sicurezza delle navi gasiere (calcoli, oltrettutto - incredibile ma vero - anonimi e non firmati).

Hanno dichiarato che non esistono dati di temperatura rappresentativi della Baia di Muggia - ma figuriamoci! - e continuato ad usare le più favorevoli temperature a nord di Ancona, e poi hanno solo fatto finta di calcolare il raffreddamento della baia, nascondendo che in inverno l'impianto dovrà ricorrere ad altre tecniche di riscaldamento del gas, per evitare il congelamento del mare a partire dal fondo baia.

Tutto pur di non farlo sapere alla popolazione. Come è stato possibile? Bisogna dirlo chiaro, finalmente: grazie a leggi fatte male e alla sciatteria degli uffici e degli Enti pubblici, che dovrebbero tutelare la Comunità.

Nomisma può dire di non saperlo perché non è di sua competenza, sono le regole del "gioco" di una società di consulenza.
Quello che è mancato è un competente controllo pubblico.

Passiamo alla relazione del Rina (di cui sono note solo singole frasi passate alla stampa dagli interessati).
E'comunque importante sapere che il Rina non è più il Registro Navale Italiano di una volta, con competenze molto specifiche.

"Deregulation" e privatizzazioni lo hanno trasformato in una SpA, che vende sul mercato le più varie certificazioni e consulenze ingegneristiche, anche non di carattere navale.
Desiderate che un banalissimo dato sul traffico («109 metaniere/anno portano a un incremento dal 21 al 26%» come riportato dalla stampa) venga riportato su carta intestata di Rina SpA, in modo da "far più scena"?
Date un incarico, pagate ed intascate il pezzo di carta da passare ai giornali.
Quanti lettori capiranno che trattare l'argomento del passaggio delle navi gasiere in questo modo significa considerare la carica di rischio di questi navigli alla
stregua di quella delle bananiere?

Per quel poco che se ne sa, la relazione di Rina SpA si occupa solo del numero di navi in transito; non tiene conto nè degli impatti sulla sicurezza della popolazione civile e degli addetti alle operazioni portuali, né della circostanza che «un terminale di rigassificazione comporta dei vincoli per il territorio circostante e per la movimentazione dei traffici del porto».

Non lo abbiamo detto noi, lo ha dichiarato più volte l'attuale Ministro per l'Ambiente.
Secondo il presidente degli industriali, «il rigassificatore è utile, ma in sicurezza, con accettabile impatto ambientale, senza confliggere con le attività portuali». Presidente Razeto, purtroppo sono "ma" impossibili in quel sito!

Perché la Regione, la Capitaneria di Porto, l'Autorità Portuale non hanno mai chiesto all'IMO di Londra se le aree di interdizione alla navigazione attorno alle navi gasiere in manovra, ed anche all'attracco in fase di scarico, bloccheranno la baia e il canale sud?
Perché qualcuno di questi enti non accerta se il rigassificatore sia compatibile col raddoppio del molo VII, il nuovo VIII, il terminal alle Noghere, la stessa piattaforma logistica? Perché?

Lettera collegiale del Tavolo Tecnico Rigassificatori Trieste della UIL-Vigili del Fuoco

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