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Rimosso ordigno dal porto di Monfalcone: potrebbe contenere il "gas killer" della Grande Guerra

Il residuo bellico potrebbe contenere aggressivi chimici tra cui la famosa iprite, usata nella seconda guerra mondiale e altamente tossica. L'operazione è stata portata a termine dalla Guardia Costiera di Monfalcone insieme ai militari del Cetli - Centro Tecnico Interforze per la difesa NBC di Civitavecchia

Rimosso dal Porto di Monfalcone un ordigno bellico che potrebbe contenere gas pericolosi come la nota iprite, potenzialmente letale e utilizzata nella prima guerra mondiale. Sono terminate con successo le operazioni di rimozione nell’area portuale di Monfalcone da parte della della Guardia Costiera di Monfalcone. Nei giorni scorsi il personale militare ha supportato i militari del Cetli - Centro Tecnico Interforze per la difesa NBC di Civitavecchia, intervenuti in area portuale insieme a personale qualificato del 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine. Dopo le opportune operazioni di messa in sicurezza, l’ordigno è stato rimosso per il successivo smaltimento, secondo le normative vigenti.

Il "gas mostarda"

Si trattava di una granata a presunto caricamento speciale, ossia che poteva contenere aggressivi chimici. Tali tipi di residuati bellici possono essere rimossi solo tramite il Cetli, unico Comando autorizzato a livello nazionale ad intervenire per tale tipologia di ordigno. I residuati bellici caricati con aggressivi chimici sono ancora rinvenibili nelle acque del Mar Adriatico. Gli aggressivi chimici sono composti utilizzati nelle guerre mondiali, capaci di procurare danni fisici all’uomo anche a concentrazioni molto basse; in particolare la iprite (o gas mostarda), riconoscibile dal caratteristico odore d’aglio e dal colore brunastro, anche dopo tanti anni di permanenza in mare, può sviluppare esalazioni molto nocive, se non letali, anche se si presenta allo stato solido.

In caso sia rinvenuto in mare un oggetto che possa apparire un residuato bellico, occorre non toccare, né provare a spostare l’oggetto e contattare con immediatezza la Guardia Costiera. Se si dovesse entrare in contatto con sostanze provenienti dal residuato è indispensabile rivolgersi immediatamente alle strutture sanitarie, indipendentemente dall’apparente lievità delle conseguenze o dal fatto che i sintomi si siano manifestati dopo ore.

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