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Cronaca

Bora e freddo: il dormitorio dei marangoni sul muraglione del Castello di Miramare

Sul muraglione del Castello di Miramare è possibile vedere questi affascinanti uccelli trovare riparo dal freddo della Bora

Sono ancora diverse decine i marangoni dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis) che si stanno attardando nei dormitori del Golfo di Trieste, come riportato sul sito www.riservamarinamiramare.it, in gran parte giovani non riproduttivi, mentre gli adulti hanno già raggiunto i siti riproduttivi della Croazia. Il freddo e la bora di questi giorni stanno tuttavia costringendo diversi esemplari a scegliere dormitori un po’ particolari, come il muro di arenaria che sostiene il viale dei Lecci (nella foto di Paolo Utmar).

«A marzo – spiega Utmar, ornitologo che collabora da anni con l’#ampmiramare - si raggiungerà il minimo degli esemplari presenti a Miramare, quando tutti o quasi gli adulti saranno intenti a riprodursi in Croazia, mentre il ritorno in massa si verificherà a maggio».

Ma a Miramare non ci sono solo i marangoni, specie target della Riserva presenti nella Lista Rossa delle specie minacciate o a rischio redatta dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura): gli ultimi monitoraggi periodici dell’avifauna marina hanno portato all’osservazione di molte altre specie, che resistono al freddo pungente tipico di questo periodo.

Ad esempio, è tuttora presente un esemplare di zafferano (Larus fuscus, nella foto qui sopra), probabilmente sempre lo stesso individuo osservato svernante (già adulto) a partire dal 2000, che quindi attualmente dovrebbe avere oltre 20 anni di età, ma sono stati osservati anche alcuni esemplari di svasso maggiore (Podiceps cristatus), svasso piccolo (Podiceps nigricollis), cormorano (Phalacrocorax carbo), airone cenerino (Ardea cinerea), gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus) e reali (Larus michahellis), beccapesci (Thalasseus sandvicensis) e gavine (Larus canus).

Al di fuori del comprensorio di Miramare, verso la laguna e la foce dell’Isonzo, più interessanti sono gli avvistamenti di avifauna costretta ad abbandonare le consuete zone di sosta perchè completamente gelate. “A Duino – racconta Utmar - è comparsa una strolaga maggiore (Gavia immer), uno svernante irregolare che non si vedeva da anni, nonchè una moretta codona (Clangula hyemalis). Purtroppo –continua Utmar- nello stesso areale si è registrata una recrudescenza/riacutizzarsi del fenomeno del bycatch (catture accidentali e involontarie di fauna selvatica, causate dalla pesca professionale e sportiva), che hanno interessato in particolare la strolaga minore e mezzana, specie protetta presente nell'Allegato I della Direttiva comunitaria Uccelli, con almeno 8 individui annegati in rete”.

Altra osservazione fuori dalla norma a Panzano con 21 svassi cornuti (Podiceps auritus), una delle massime concentrazioni rilevate in Italia, che Utmar commenta così: «Più che il freddo locale sta facendo effetto il freddo a nord delle Alpi che spinge gli uccelli a muoversi perchè le zone umide interne sono gelate. In Veneto, ad esempio, sono presenti in questo periodo 20.000 oche lombardelle (Anser albifrons), consistenza mai vista in anni recenti».
 

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