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Cronaca

Donne vittime di violenza: 266 mila euro dalla Regione per un collaboratore domestico

L'obiettivo è quello di fornire un supporto alla situazione occupazionale della donna

La Regione ha messo a disposizione delle donne in uscita da percorsi di violenza risorse pari a 266 mila euro con i quali ricevere il supporto di un collaboratore familiare per le cure dei figli.
Sul Bollettino ufficiale della Regione del 5 aprile è stato pubblicato l'avviso che disciplina criteri e modalità per accedere ai benefici del progetto "SiConTe-Matelda", sostenuto dalla Regione attraverso la direzione centrale Lavoro e Pari opportunità, concertato con i Centri antiviolenza e i Servizi sociali dei Comuni.
L'intento dell'iniziativa è quello di offrire un supporto alla situazione occupazionale della donna impegnata in percorsi di uscita dalle violenze subite, dandole servizi con i quali conciliare i suoi tempi di vita con quelli del lavoro.
Con "Matelda" si intende quindi venire in supporto delle madri che, data la complicata situazione in cui si trovano, più difficilmente riescono ad avere accesso ad altre misure di sostegno o benefici basati, di solito, su criteri di accesso quali composizione nucleo familiare, Isee, residenza, situazione alloggiativa, e che possono risultare non corrispondenti alla loro realtà.

I contributi messi a disposizione dal progetto consentono di contrattualizzare un collaboratore familiare a sostegno delle
donne che hanno subito violenza; il supporto può essere utilizzato per la cura, educazione e istruzione dei figli.
Le tipologie di aiuto sono tre, a seconda del numero di ore settimanali di cui l'interessata fa richiesta. Si va da un minimo di 16 ad un massimo di 30, mentre il contributo oscilla tra i 2 mila e i 3 mila euro.
Le domande possono essere presentate agli sportelli "SiConTe" dei Centri per l'impiego di Trieste, Gorizia, Latisana, Cividale, Udine, Tolmezzo e Pordenone.
«Siamo convinti - spiega l'assessora al Lavoro e Pari opportunità Panariti - che anche il fenomeno della violenza di genere contro le donne sia un problema da cui non si esce se non agendo, in modo sia preventivo che strutturale, sull'elemento chiave della parità e delle pari opportunità in ambito lavorativo e professionale».

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