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Cronaca

Crisi industria, Dipiazza risponde ai sindacati: "E' ora di finirla di dar contro"

La replica del primo cittadino arriva dopo la "denuncia" da parte di Cgil, Cisl e Uil relativa alle "molteplici crisi occupazionali del mondo dell'industria". "Non siamo Brescia, non siamo una città industriale"

"E' da tempi non sospetti che ho dimostrato interesse nei confronti della situazione occupazionale dell'industria triestina, non mi si può accusare di non aver a cuore il futuro della città". Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha risposto così ai sindacati che durante una conferenza stampa indetta questa mattina avevano tirato in ballo più volte il primo cittadino e l'amministrazione comunale. Cgil, Cisl e Uil avevano "puntato il dito" contro "il momento magico paventato da Dipiazza, talmente magico che è già finito" così Piga, Menis e Rodà che hanno annunciato un presidio in piazza Unità per il 15 novembre. 

"Non siamo una città industriale"

"Voglio dire ai sindacati una cosa: è ora di finirla di dare contro al sindaco. Lasciatemi lavorare in pace che sto portando avanti un discorso per una città che non è industriale e che ha molto altro da offrire". Secondo il primo cittadino "in 25 anni abbiamo 'buttato via' 800 milioni di euro sulla Ferriera e quello che abbiamo in mano adesso cos'è? Solamente un pugno di mosche". 

I sindacati: "Più di 1500 posti di lavoro a rischio"

"Abbiamo il turismo, il terziario avanzato, le Generali, Allianz, Illycaffè, solo per citare alcune realtà lavorative. Ho una lettera del 2 gennaio 2017 nella quale invitavo tutti attorno ad un tavolo sul problema occupazionale di Trieste. E quindi di cosa parlano i sindacati? Devono capire che non siamo Brescia, comune che ha oltre il 30 per cento di occupati nell'industria. Insomma - ha concluso Dipiazza - non siamo una città industriale". 

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