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Cronaca

Trieste terminale della rotta balcanica, negli ultimi due mesi una media di 25 rintracci al giorno

I numeri li ha diffusi il Sindacato Autonomo di Polizia di Trieste che ha raccolto i dati della Polizia di frontiera del capoluogo regionale. "Mancano all'appello tutti quelli che nessuno intercetta e i numeri delle altre forze di polizia impegnate sul territorio. Abbiamo bisogno di rinforzi". Preoccupa la crisi in Afghanistan

Per capire il disinteresse romano nei confronti di ciò che accade in materia di immigrazione al confine orientale basta digitare "rotta balcanica" nel sito ufficiale del Viminale e controllare a quando risale l'ultimo aggiornamento, vale a dire a fine giugno. Nel frattempo, su quella frontiera terrestre che per moltissimi migranti segna l'ultimo step del viaggio verso il sogno di una vita migliore continuano a passare centinaia di profughi. I dati raccolti dal Sindacato Autonomo di Polizia del capoluogo giuliano parlano di oltre 1500 persone rintracciate dal personale della Frontiera solo nei mesi di giugno e luglio. "Mancano all'appello tutti quelli che nessuno intercetta - racconta il segretario provinciale, Lorenzo Tamaro - e i numeri delle altre forze di polizia impegnate sul territorio". 

Droni, pattuglie miste: "Ci vogliono i rinforzi"

La situazione sul confine orientale vede decine di arrivi all'ordine del giorno tanto che ormai il flusso migratorio durante l'estate non fa quasi più notizia. "La Polizia di Frontiera di Trieste è stata lasciata sola a cercare di contrastare una rotta balcanica che non è mai stata così fiorente come in questo ultimo periodo" sempre Tamaro che lamenta, ancora una volta, il mancato invio di rinforzi sul confine. Con la giunta regionale soddisfatta del ritorno delle pattuglie miste e dell'utilizzo dei droni, per Tamaro il Viminale continua a non ascoltare gli appelli che la Polizia manda a Roma da tempo e chiede un "ragionamento diverso", sulla scia di quanto espresso anche dall'assessore regionale Pierpaolo Roberti, sulla spinosa questione delle riammissioni tra l'Italia e la Slovenia. 

Preoccupa la situazione afghana

Riammissioni che per il mondo dell'accoglienza devono essere considerate veri e propri respingimenti illegali e che non servirebbero a niente se non ad alimentare il flusso di migranti e a produrre un'escalation di violenze commesse dalle polizie balcaniche. Sullo sfondo la crisi umanitaria esplosa in Afghanistan, paese dal quale proviene una elevata percentuale di profughi che arriva alle spalle di Trieste, sul Carso. Migliaia di persone aggrappate alla speranza, in fuga dal regime dei Talebani che reintrodurrà la legge islamica ed ha già iniziato a prelevare, casa per casa, i collaboratori della task force occidentale e chiunque non intenda sottomettersi alla Sharia. "Siamo fortemente preoccupati per la situazione che si sta determinando in Afghanistan" ha concluso Tamaro. 

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